700 mila partite Iva in più con il nuovo regime dei minimi

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Senza dubbio si configura come un’operazione di successo. Una sorta di presa di posizione verso la norma inserita dal governo nella legge di Stabilità che ha rivisitato il regime dei minimi per le partite Iva.

 

Secondo Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle Entrate, il provvedimento del governo consente ad altri 700 mila soggetti di poter utilizzare la tassazione forfettaria.

Nel dettaglio la norma è molto contestata. Il nuovo regime contempla una tassa “flat” del 15% per i redditi fino a 15 mila euro. Per introdurre questo regime il governo ne ha cancellato un altro che, in molti, consideravano più favorevole: quello riservato ai giovani fino a 35 anni. Fino alla fine dello scorso anno questi avevano diritto per cinque anni ad una tassa forfettaria del 5 per cento per i redditi fino a 30 mila euro.

Il parere della Orlandi:

Bisogna fare un’analisi approfondita e capire che chi aveva il regime dei minimi 2014 non lo perde. Questa norma fa entrare nel regime dei minimi circa 700 mila soggetti che prima non c’erano e che avevano un regime molto più pesante. Come sempre in questo paese si guarda solo ai professionisti e nessuno si preoccupa di artigiani, piccolissimi commercianti e piccoli riparatori che erano esclusi da quel regime e oggi entrano. In realtà il governo è pronto a riscrivere la norma. Era stato lo stesso premier, Matteo Renzi, ad ammettere l’errore e ad annunciare l’intenzione di rivedere il provvedimento. Un nuovo testo dovrebbe arrivare al consiglio dei ministri del prossimo 20 febbraio, quello nel quale saranno approvati tutti i decreti della riforma fiscale.

Questo, però, sempre che il Parlamento non intervenga prima. Alla Camera, dove è in discussione il decreto milleproroghe, sono stati presentati una serie di proposte di modifica firmate da Scelta Civica e dal Nuovo Centro destra, per far rivivere il vecchio regime. Proposte sulle quali si sono espressi favorevolmente alcuni parlamentari del Pd. Dunque c’è la possibilità che il Parlamento corregga prima del governo la norma sulla partite Iva.

 

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