Come cambiano le collaborazioni a progetto

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I decreti attuativi del Jobs Act hanno completato la riforma dei contratti di lavoro prevista dal Governo Renzi che ha provato a ridurre le possibilità di relazione tra datori di lavoro e lavoratori. Il fatto che sia stato introdotto il contratto indeterminato a tutele crescenti ha fatto sì che alcuni contratti fossero mandati in pensione. 

Il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti è indeterminato soltanto nelle premesse. Tutti i diritti di acquisiscono di anno in anno, ma se n’è parlato già abbastanza visto che il governo per incentivare i datori di lavoro all’adozione di questa tipologia contrattuale ha anche definito degli incentivi. Diverso è il discorso delle collaborazioni che progressivamente dovranno scomparire.

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Andranno in pensione collaborazioni a progetto e le associazioni in partecipazione con apporto di lavoro. Mentre il part-time è stato trasformato e niente cambia per determinato e apprendistato. Ma vediamo insieme cosa cambia per il contratto di collaborazione a progetto.

Il contratto a progetto è destinato a scomparire. Per tutto il 2015 i contratti in essere possono continuare fino alla scadenza, poi vanno modificati e trasformati dal 2016 in contratti a tempo indeterminato se si verificano le seguenti condizioni:

  • se la prestazione è continuativa,
  • di contenuto ripetitivo,
  • con modalità di esecuzione organizzate dal committente anche con riferimento a tempi e luogo di lavoro.

I contratti a progetto potranno essere usati se approvati da specifici accordi con i sindacati, oltre che per i professionisti iscritti agli ordini, e per altre categorie di lavoratori a livelli quadro. Tutto questo vale per il privati, perché per le pubbliche amministrazioni la rivoluzione è rimandata al 2017.

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