Le banche che puntano all’integrazione tra promotori e sportelli

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Sono numerosi i modelli seguiti dai gruppi bancari ai fini dello sviluppo dell’offerta fuori sede.

Uno di questi si basa sull’integrazione commerciale e operativa tra la rete dei promotori finanziari e gli sportelli bancari. In questi casi, i promotori finanziari possono contare su una postazione all’interno delle filiali o in uffici specializzati, oppure possono operare in remoto qualora nell’area di attività non siano presenti sportelli del gruppo.

In questo contesto i promotori finanziari hanno a disposizione una vasta gamma di prodotti e servizi. Questa è, ad esempio, la via scelta da Credem. Il gruppo conta attualmente su più di cinquecento promotori finanziari. Con questo modello Credem ha lanciato il proprio network.

Si tratta di un modello di business nato dieci anni fa, che verrà riproposto nel 2015, anche se in chiave leggermente diversa e più innovativa, anche dalla Banca Popolare di Milano. Lo scorso anno, il medesimo modello è stato lanciato anche dalla Banca Nazionale del Lavoro.

Tuttavia, sul fronte dei reclutamenti in tutti i casi esaminati si procede al rallentatore. Annunciata nel settembre del 2012, la rete di promotori finanziari della Banca Popolare di Vicenza, che si affianca a quella degli agenti ed è di supporto alle filiali del gruppo, oggi conta su cinquantasei professionisti. A costoro si aggiungono 65 promotori finanziari che afferiscono alla controllata Banca Nuova.

Attualmente, invece, BNL Life Banker conta su 120 promotori finanziari. Costoro sono parte integrante del modello ‘omnicanale’. Il piano è arrivare a 600 professionisti entro il 2018, tra promotori, agenti scelti sul mercato, promotori junior, per eguagliare i livelli di IW Bank Private Investments e Widiba.

Nel complesso, tuttavia, i nuovi ingressi nelle banche si attestano su numeri molto contenuti rispetto alla conversioni dei grandi gruppi del credito: Unicredit e Intesa.

 

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