Bce, nuove regole sui discorsi pubblici dei banchieri centrali

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Mario Draghi cambia le regole della comunicazione per i banchieri centrali che siedono nel Consiglio della Banca centrale europea.

Una mossa che punta a evitare il ripetersi dello scivolone dello scorso maggio, quando Benoit Coeure parlò a una platea di fondi speculativi a Londra anticipando l’accelerata degli acquisti nell’ambito del Quantitative easing a maggio e giugno, in previsione della scarsa liquidità che avrebbe caratterizzato i mercati durante l’estate. Un’informazione destinata a un pubblico ristretto, visto che quel discorso non fu pubblicato integralmente sul sito della Bce e quindi messo a disposizione del pubblico indistinto. Come notò il blog ZeroHedge, l’effetto fu di un crollo immediato dei corsi dell’euro sul dollaro. Le parole di Coueré furono pronunciate la sera del 18 maggio, ma passarono 14 ore prima della divulgazione del testo per tutti.

Draghi si difese, nelle settimane seguenti, dicendo che dalle rilevazioni pubblicate sul sito della Bce era già visibile l’aumento degli acquisti in quel periodo. E che non ci sarebbero state accelerazioni ulteriori dopo le parole del collega. Anticipò però la necessità di stilare un nuovo regolamento sulle apparizioni degli alti banchieri europei. Regole che oggi arrivano e obbligano i membri del board della Bce, d’ora in poi, a rientrare in binari precisi durante le uscite pubbliche o private.

In primo luogo, scrivono all’Eurotower, oltre al tutelare le informazioni sensibili di cui sono a conoscenza i governatori dovranno preoccuparsi di scegliere di apparire in contesti che garantiscano al pubblico indistinto un accesso immediato alle notizie e ai commenti che si apprestano a divulgare. Per questo, la Bce specifica che – nel momento in cui i discorsi dei governatori dovessero contenere informazioni ‘market-sensitive’ – i banchieri prendano impegni a intervenire solo con la garanzia che il testo da loro pronunciato sia disponibile sul sito ufficiale di Francoforte all’inizio del discorso stesso (già nel maggio scorso era stato decretato lo stop alla diffusione dei discorsi embargati).

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