Bloccato il decreto che sancisce l’abrogazione delle compagnie portuali

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Un improvviso dietrofront, che crea non poco imbarazzo. La bozza del testo del ministero dello Sviluppo Economico sul tema della concorrenza, che nell’articolo 20 è limitato in due righe all’abrogazione dell’articolo 17 e dunque compagnie portuali, stigmatizzata dal mondo portuale genovese e nazionale, avrebbe già perso il suo carattere di urgenza e quindi non verrebbe inserito in un decreto all’approvazione del consiglio dei ministri.

La notizia arriva da Roma, proprio mentre il caos sul tema del lavoro portuale persiste. Evidente anche l’imbarazzo venutosi a creare fra Ministeri, con lo Sviluppo Economico che inserisce una manciata di articoli sulla portualità nel testo sulla concorrenza, mentre i Trasporti stanno definendo un documento di riforma della legge 84-94.

Il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha scelto di non commentare l’accaduto, per non incrementare nuove tensioni, ma rammenta appunto che sta lavorando al “piano della portualità “. Chi proprio non accetta il blitz romano è la Cgil, attraverso il segretario della Camera del Lavoro Ivano Bosco e i segretari genovesi della Filt Giacomo Santoro ed Enrico Ascheri.

Siamo di fronte a un atto gravissimo che mostra purtroppo l’insensibilità di questo governo nei confronti del mondo del lavoro. Così come il job act cancellerà tutti i contratti a tempo indeterminato, questa bozza, se applicata, deregolamenterebbe tutto quanto l’impianto che ha permesso al porto di Genova di raggiungere risultati significativi in materia di traffici, ma anche di sicurezza. Ci sono soggetti, come la Culmv e la Pietro Chiesa, che sono flessibili e di grande professionalità, sottoposti a una formazione continua. Non a caso, contro la bozza si sono schierati anche i terminalisti di Assiterminal, ben consci di come vada organizzato il lavoro dentro i porti, al contrario degli estensori di questi articoli sui temi portuali.

 

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