Borse europee al ribasso

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Buone notizie per i mercati asiatici che continuano a risalire, sotto la spinta del diretto intervento di Pechino, che vorrebbe consegnare al presidente Xi Jinping un situazione borsistica di routine in occasione delle celebrazioni della vittoria della Seconda Guerra Mondiale del 3 settembre.

“Ci sono molte voci di fondi controllati dallo Stato che stanno acquistando azioni, aiutando i mercati”, commenta da Shanghai il trader Gerry Alonso a Bloomberg. I listini Ue si prendono invece una pausa di riflessione dopo il recente recupero, così come quelli Usa. In Europa, Milano parte in timido rialzo, poi gira in rosso e chiude in calo dello 0,93%. Miste le altre Ue: Parigi+0,36% in chiusura, Francoforte -0,17% e Londra +0,9%. Wall Street tratta in calo dopo due rally consecutivi: alla chiusura dei mercati europei il Dow Jones lima lo 0,2%, mentre il Nasdaq e lo S&P500 sono di fatto sulla parità.

Gli investitori continuano anche a guardare alla crescita americana, che ha stupito con un +3,7% del Pil nel secondo trimestre. Mentre i banchieri centrali si riuniscono nel simposio di Jackson Hole, pur tra assenze illustri, la Federal Reserve torna così al centro dell’attenzione: la forza Usa è confermata e l’andamento della ripresa di per sé apre la strada all’atteso rialzo dei tassi, che manca dal 2006. D’altra parte, però, i chiari di luna visti negli ultimi tempi suggeriscono prudenza a Janet Yellen. Il momento chiave sarà a metà settembre, quando si riunirà il board della Fed, anche se gli analisti vorrebbero avere qualche indizio dal summit organizzato in queste ore dalla Fed di Kansas City: l’assenza di Yellen a Jackson Hole, però, suggerisce ai commentatori che la Banca centrale Usa farà di tutto per non dare – anche attraverso gli altri suoi esponenti – “titoli” da spendere ai giornali e ai mercati. Un’indicazione è arrivata intanto dal falco James Bullard, per il quale la “recente volatilità probabilmente non cambierà l’outlook del Fomc”, il braccio di politica monetaria della Fed. Il vicepresidente Stanley Fischer ha frenato: “Ancora presto per dire cosa faremo a settembre”.

 

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