Borse europee, volatilità malgrado accordo sul petrolio

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Volatilità sui listini europei malgrado l’annuncio di un’intesa tra Russia e Arabia Saudita per bloccare la produzione di petrolio ai livelli attuali. Accordo mal digerito.

Piazza Affari ha avviato le trattative con un buon rialzo, poi il Ftse Mib ha iniziato a oscillare sopra e sotto la parità per terminare in calo dello 0,49%. Anche Fca ha girato in rosso malgrado i buoni risultati concernenti le immatricolazioni. Intanto Telecom ha sofferto dopo i risultati del 2015 e il piano triennale. Le altre Borse Ue sono contrastate: Londra +0,3%, Parigi -0,2% e Francoforte -1%. Wall Street riapre dopo il weekend lungo (lunedì è rimasta chiusa per festività) proseguendo il recupero di settimana scorsa: alla chiusura dei mercati europei il Dow Jones sale dello 0,6%, in linea con lo S&P500, mentre il Nasdaq aggiunge l’1,25%.

A seguito di indiscrezioni su alcune trattative tra Mosca e Ryad, l’Arabia Saudita e la Russia hanno concordato, durante una riunione a Doha, il congelamento della produzione petrolifera ai livelli di gennaio.

Lo ha comunicato il ministro del Petrolio del Qatar, Mohammed Saleh Al-Sada, che ha partecipato all’incontro insieme al collega venezuelano, Eulogio del Pino. Al summit hanno preso parte il ministro saudita del Petrolio, Ali al Naimi incontra il collega russo, Alexander Novak. Restano alcuni punti sui quali gli analisti sono scettici: innanzitutto non si tratta di un taglio alla produzione, come alcuni speravano, ma solo di un congelamento. Poi, l’accordo dovrà esser ratificato da tutti i Paesi dell’Opec. L’Iran ha già fatto sapere che non rinuncerà alla sua quota. Non a caso, il greggio Wti inverte il rialzo della mattinata e (alla chiusure degli scambi Ue) si riporta sotto la soglia di 29 dollari al barile, mentre il Brent ridiscende in area 32,5 dollari, dopo esser risalito fin sopra 35.

A pesare sugli scambi azionari è anche la delusione proveniente dalla Germania, dove l’indice Zew sulla fiducia degli investitori scende a 1 punto a febbraio dai 10,2 punti di gennaio. Il dato è inferiore alle attese del mercato, che si aspettava una flessione attorno ai 3 punti.

 

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