Bot, rendimenti a tassi negativi

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Anche il nostro Paese ha scoperto gli investimenti a tassi negativi. Da qualche tempo infatti i rendimenti dei Bot che scadono al massimo tra tre mesi esprimono sul mercato secondario tassi negativi: meno 0,082% il più ravvicinato (scadenza 14-1-2015), meno 0,028% il Bot più “lungo” (13-3-2015).

Per i risparmiatori è una sorpresa forte: i Bot people da tempo sono una catetgoria in via di estinzione – a causa dei rendimenti tanto compressi – ma addirittura ad avere il segno meno proprio non c’erano abituati.

In realtà ormai da tempo quello dei Bot è diventato un segmento da clientela istituzionale, in cerca di parcheggi per la liquidità. E sui mercati secondari da tempo gli operatori sono abituati ai tassi negativi: ufficialmente, in Europa, dalla decisione di Mario Draghi sui depositi Bce (-20 punti base) mentre sull’interbancario il tasso Eonia overnight è a sua volta negativo. Recentissima la decisione delle autorità elvetiche, di portare in negativo il tasso dei depositi presso la Banca centrale svizzera.

Del resto, per un’istituzione finanziaria che abbia liquidità in eccesso è indispensabile trovare impieghi sicuri anche se non remunerati. E in questo momento la strada maestra del deposito presso la Bce è molto costosa; per questo il rifugio nell’alternativa dei Bot a brevissima scadenza ha spinto i rendimenti in rosso.

Resta comunque la sorpresa relativa dei tassi negativi sbarcati anche in Italia, sui titoli di Stato (ma difficilmente secondo gli operatori questo potrebbe accadere anche in asta, al momento dell’emissione). In Germania del resto già da qualche tempo il titolo a due anni ha un rendimento negativo di 8 punti base, ora in Italia la curva dei Bot a tre mesi (dati Bloomberg) ha un rendimento negativo dello 0,016%.

 

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