BCE, pandemia ha scatenato paura uso contante

La pandemia di Coronavirus sta aiutando il settore dei pagamenti digitali a crescere: a quanto pare la paura del contagio attraverso il denaro contante sta spingendo sempre di più la crescita di un settore che si pensava potesse anche aver bisogno di 5-10 anni per raggiungere un certo livello di espansione.

Coronavirus, italiani più indebitati ma con rate sostenibili

Gli Italiani, ai tempi del coronavirus sono più indebitati, ma riescono a gestire meglio le rate perché queste sono più basse rispetto al passato e quindi più sostenibili. E’ questo ciò che emerge dai dati relativi all’indebitamento della penisola in questi primi sei mesi del 2020.

Bollette, ecco quanto conservarle

Conservare le bollette è un’attività che da molti viene ritenuta inutile: non è vero. Le ricevute di pagamento possono infatti risultare utili nel momento in cui i gestori delle proprie utenze volessero, in maniera illegittima o per errore, richiedere un pagamento già effettuato.

Surroga del mutuo: perché conviene grazie al coronavirus

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Coronavirus, stop bollette: cosa c’è da sapere

In questo momento di emergenza relativo alla pandemia di Coronavirus è necessario, soprattutto in tema di bollette, fare chiarezza su quel che sta accadendo e su come dovrebbe comportarsi il cittadino. Cosa c’è di vero e cosa c’è di falso?

Che cos’è un conto deposito e come aprirlo

Il conto deposito è uno strumento di investimento che permette di ottenere una rendita elevata a zero rischi, è la soluzione ideale per mettere al sicuro i propri risparmi e avere un rendimento nel tempo. Si appoggia ad un conto corrente tradizionale.

Esistono due tipologie di conto: il conto deposito vincolato e il conto deposito non vincolato. Scopri il rendimento del conto deposito vincolato.

La differenza fra il conto deposito vincolato e libero


Conto deposito vincolato

Il conto deposito vincolato è una tipologia di conto che non prevede lo svincolo anticipato delle somme depositate. Il risparmiatore deve necessariamente aspettare la scadenza pattuita nel momento di contrattazione.

I tassi di interesse di un conto deposito vincolato sono più vantaggiosi rispetto ad un conto libero. I tassi di interesse e di rendimento variano in base al periodo di vincolo scelto in precedenza. Ogni utente sceglie di liquidare gli interessi al momento della scadenza o al momento di attivazione del vincolo.

Conto deposito libero

Il conto deposito libero o non vincolato, come dice la parola stessa, non prevede nessun vincolo nei confronti delle somme in giacenza. Si tratta di un conto deposito dal quale il risparmiatore può prelevare in qualsiasi momento le somme depositate, senza andare incontro ad una penale.

Un risparmiatore con un conto deposito libero può operare versamenti, prelievi, addebiti e accrediti.

Rispetto al conto deposito vincolato, il libero offre dei tassi di interesse più bassi.

Come aprire un conto deposito

Tutti i titolari di un conto corrente tradizionale possono aprire un conto deposito e trasferire il denaro dal conto corrente di appoggio al conto deposito. Il denaro può essere trasferito e ritirato attraverso un bonifico sul conto di appoggio. Il conto deposito può essere aperto anche online.

I documenti necessari per aprire un conto deposito sono:

  • Documento di identità valido;
  • Codice fiscale;
  • Iban del conto corrente.

Ora che hai tutte le informazioni necessarie non ti resta che aprire il tuo conto deposito.

ClarisBanca, cosa offriva questo internet banking

ClarisBanca era un servizio d’internet banking non più attivo legato a Veneto Banca, istituto posto in liquidazione coatta amministrativa nel giugno del 2017. Scopriamo insieme di cosa offriva ai suoi clienti e quelle che erano le sue peculiarità.

Satispay: cos’è, come funziona e le migliori recensioni

Avete spesso sentito parlare di Satispay, ma non avete la minima idea di cosa sia? Ebbene, stiamo parlando di una delle applicazioni più note nell’ambito dei pagamenti tramite smartphone. Al giorno d’oggi, infatti, per pagare in diversi ambienti non c’è più l’esigenza di avere con sé un borsellino ricco di monete oppure di contanti, dal momento che è sufficiente estrarre lo smartphone dalla propria tasca e provvedere con quello. Grazie a piattaforme con Satispay, infatti, c’è l’opportunità di inviare una somma di denaro molto facilmente tramite un velocissimo tap sul tasto giusto, senza dover toccare minimamente il portafogli: un servizio estremamente pratico e comodo.

(e SCOPRI LA PROMOZIONE RISERVATA AI LETTORI DI MONDOECONOMIA)

Rinegoziazione cessione del quinto: quando richiederla? Quali i requisiti e le caratteristiche?

Hai in corso una cessione del quinto dello stipendio o della pensione, ma sei in un momento di necessità e vuoi rivedere le condizioni del contratto? Forse hai bisogno di maggiore liquidità e -non vuoi-o non puoi richiedere una seconda cessione del quinto o un nuovo prestito personale?
Se ti trovi in questa situazione e hai bisogno di ottenere una cifra specifica senza però aprire un secondo prestito, allora puoi pensare alla rinegoziazione cessione del quinto.


La rinegoziazione cessione del quinto permette ai consumatori che hanno questa tipologia di finanziamento in corso, di ottenere nuova liquidità, andando ad allungare il periodo di restituzione del prestito. Ma come funziona esattamente la rinegoziazione del quinto della pensione o dello stipendio? E quali sono i requisiti richiesti?

Preme specificare che questa è una guida su come rinegoziare la cessione del quinto e non sulle metodologie per ottenerla, che invece puoi trovare su:

https://prestitimag.it/articoli-cessione-quinto/

insieme ad altre guide specifiche su questa tipologia di prestiti.
Partiamo con la lettura!

Rinegoziazione cessione del quinto: quando richiederla?

La cessione del quinto dello stipendio o della pensione può essere rinegoziata, come previsto dalla legge 141/10, a patto però che sia passato il tempo utile per il pagamento di almeno 2/5 del prestito.
Per esattezza dunque, è possibile richiedere la rinegoziazione solo dopo aver pagato almeno il 40% del prestito iniziale. Quindi se inizialmente avevi richiesto una cessione dalla durata pari a 120 mesi, prima di poterla rinegoziare dovrai aver pagato le rate per almeno 4 anni.
Trascorsi i 4 anni utili, potrai procedere alla rinegoziazione della cessione del quinto dello stipendio o della pensione se si è in possesso dei requisiti necessari. Ma quali sono i requisiti richiesti per rinegoziare il prestito? Vediamolo insieme.

Cessione del quinto rinegoziazione: requisiti

Il primo requisito per richiedere la rinegoziazione, come abbiamo visto, è la necessità di aver corrisposto alla banca o finanziaria almeno i 2/5 del prestito complessivo. Ma ci sono anche altri obblighi da rispettare per accedere nuovamente a questo finanziamento e rinegoziarlo per avere maggiore liquidità.
Tra i principali requisiti per il rinnovo cessione del quinto troviamo:

  1. Situazione lavorativa: se si è chiesta la cessione con un contratto a tempo determinato (e questo è quasi in scadenza a pari passo del primo prestito) non si potrà richiedere una nuova erogazione di denaro. Lo stesso vale per chi ha chiesto il prestito con lo stipendio e sta per andare in pensione. In questo caso si deve attendere la pensione e poi richiedere il rinnovo del quinto.
  2. Stato di salute: alcune banche o finanziarie, specie se il richiedente è anziano, potrebbero richiedere un certificato medico per accertarsi della buona salute, ed evitare di rinnovare un prestito a una persona che non gode più di una salute che permetta alla banca di rientrare del prestito, senza coinvolgere l’assicurazione.
  3. Età: per chi ha richiesto la cessione del quinto della pensione, di solito c’è un limite di età pari a circa 80 anni (solo alcune banche permettono la cessione oltre quest’età), superata questa non è possibile richiedere la rinegoziazione.
  4. Nuovi prestiti in corso: la banca alla luce di altri prestiti in corso, attivati dopo la prima cessione del quinto, potrebbe non permettere la rinegoziazione, per non rischiare che il cliente si sovra-indebiti.
  5. Presenza di un’istanza di pignoramento: in caso di un’istanza per il pignoramento del conto corrente, dei beni, o del TFR, sovvenuta dopo la prima cessione del quinto, la banca potrebbe non permettere la rinegoziazione del prestito, per paura di non rientrare della nuova liquidità concessa.

Rinegoziazione cessione del quinto stipendio e pensione: come funziona

La rinegoziazione del quinto della pensione o dello stipendio funziona allo stesso modo. Quindi dopo che ti sei accertato di avere i requisiti e dopo il pagamento del giusto numero di rate, potrai iniziare la fase di richiesta della rinegoziazione.
La rinegoziazione prevede che la banca richieda una nuova cessione che permetta di coprire il debito residuo e che al contempo ti dia la possibilità di ottenere nuova liquidità.
Quindi se hai un debito residuo di 13 mila euro e hai bisogno di altri 10 mila euro, la banca richiederà una cessione del quinto per un totale di 23 mila euro.
In questo modo sarà possibile pagare sia il debito residuo e ottenere maggiore liquidità, cambiando però le condizioni di durata del contratto, e in alcuni casi anche l’importo della rata.
Infatti, in fase d’istruttoria per la rinegoziazione, la banca effettua di nuovo il calcolo della cessione del quinto. In quanto, negli anni lo stipendio potrebbe essere aumentato (ad esempio per gli scatti d’anzianità).
Oppure se non si prende più lo stipendio, ma nel frattempo si è andati in pensione, allora dovrà fare il nuovo calcolo del quinto sul cedolino pensionistico.
Rifatto il calcolo della rata, la banca procede a comunicare al cliente il nuovo importo, i tassi d’interesse applicati e infine la nuova durata della cessione del quinto.
La durata infatti si allunga, e gli anni che si aggiungono alla precedente cessione, dipendono-naturalmente-dalla somma richiesta durante la rinegoziazione.

Come richiedere la rinegoziazione del quinto

Quando scegli di richiedere alla banca o ad una finanziaria la rinegoziazione cessione del quinto online oppure direttamente in sede, hai bisogno di avere a portata di mano alcuni specifici documenti.
I documenti richiesti sono:

  • Dichiarazione dei redditi
  • Ultime due busta paga o cedolini della pensione
  • Certificato di quota cedibile dello stipendio o pensione aggiornato
  • Documenti d’identità e codice fiscale

Con questi documenti, la banca o finanziaria potrà avviare la procedura di rinegoziazione che prevede:

  • Il controllo dei requisiti del richiedente
  • Se sussistono i requisiti, si procede alla preparazione dell’istruttoria
  • Avvio dell’iter per la richiesta della rinegoziazione
  • Attesa della delibera (ossia il vero e proprio lasciapassare per ottenere il rinnovo della cessione del quinto)
  • In caso di delibera positiva, la banca procede al conteggio estintivo (atto che chiude il vecchio prestito)
  • Firma del nuovo contratto di cessione del quinto dello stipendio o pensione
  • Erogazione della somma che fornisce nuova liquidità

Per completare tutto questo iter le banche o finanziarie possono richiedere tempi che vanno da un minimo di 30 giorni sino a più di 90, in base alla loro velocità di trattare le varie pratiche burocratiche.
In questa guida abbiamo visto nel dettaglio cos’è e come funziona la rinegoziazione del quinto dello stipendio. Se hai bisogno di altre informazioni, oppure qualcosa non ti è chiaro puoi contattarci o lasciarci un commento.
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Hai in corso una cessione del quinto dello stipendio o della pensione, ma sei in un momento di necessità e vuoi rivedere le condizioni del contratto? Forse hai bisogno di maggiore liquidità e -non vuoi-o non puoi richiedere una seconda cessione del quinto o un nuovo prestito personale?
Se ti trovi in questa situazione e hai bisogno di ottenere una cifra specifica senza però aprire un secondo prestito, allora puoi pensare alla rinegoziazione cessione del quinto.
La rinegoziazione cessione del quinto permette ai consumatori che hanno questa tipologia di finanziamento in corso, di ottenere nuova liquidità, andando ad allungare il periodo di restituzione del prestito. Ma come funziona esattamente la rinegoziazione del quinto della pensione o dello stipendio? E quali sono i requisiti richiesti?
Preme specificare che questa è una guida su come rinegoziare la cessione del quinto e non sulle metodologie per ottenerla, che invece puoi trovare su https://prestitimag.it/articoli-cessione-quinto/; insieme ad altre guide specifiche su questa tipologia di prestiti.

Partiamo con la lettura!
Rinegoziazione cessione del quinto: quando richiederla?
La cessione del quinto dello stipendio o della pensione può essere rinegoziata, come previsto dalla legge 141/10, a patto però che sia passato il tempo utile per il pagamento di almeno 2/5 del prestito.
Per esattezza dunque, è possibile richiedere la rinegoziazione solo dopo aver pagato almeno il 40% del prestito iniziale. Quindi se inizialmente avevi richiesto una cessione dalla durata pari a 120 mesi, prima di poterla rinegoziare dovrai aver pagato le rate per almeno 4 anni.
Trascorsi i 4 anni utili, potrai procedere alla rinegoziazione della cessione del quinto dello stipendio o della pensione se si è in possesso dei requisiti necessari. Ma quali sono i requisiti richiesti per rinegoziare il prestito? Vediamolo insieme.
Cessione del quinto rinegoziazione: requisiti
Il primo requisito per richiedere la rinegoziazione, come abbiamo visto, è la necessità di aver corrisposto alla banca o finanziaria almeno i 2/5 del prestito complessivo. Ma ci sono anche altri obblighi da rispettare per accedere nuovamente a questo finanziamento e rinegoziarlo per avere maggiore liquidità.
Tra i principali requisiti per il rinnovo cessione del quinto troviamo:
1. Situazione lavorativa: se si è chiesta la cessione con un contratto a tempo determinato (e questo è quasi in scadenza a pari passo del primo prestito) non si potrà richiedere una nuova erogazione di denaro. Lo stesso vale per chi ha chiesto il prestito con lo stipendio e sta per andare in pensione. In questo caso si deve attendere la pensione e poi richiedere il rinnovo del quinto.
2. Stato di salute: alcune banche o finanziarie, specie se il richiedente è anziano, potrebbero richiedere un certificato medico per accertarsi della buona salute, ed evitare di rinnovare un prestito a una persona che non gode più di una salute che permetta alla banca di rientrare del prestito, senza coinvolgere l’assicurazione.
3. Età: per chi ha richiesto la cessione del quinto della pensione, di solito c’è un limite di età pari a circa 80 anni (solo alcune banche permettono la cessione oltre quest’età), superata questa non è possibile richiedere la rinegoziazione.
4. Nuovi prestiti in corso: la banca alla luce di altri prestiti in corso, attivati dopo la prima cessione del quinto, potrebbe non permettere la rinegoziazione, per non rischiare che il cliente si sovra-indebiti.
5. Presenza di un’istanza di pignoramento: in caso di un’istanza per il pignoramento del conto corrente, dei beni, o del TFR, sovvenuta dopo la prima cessione del quinto, la banca potrebbe non permettere la rinegoziazione del prestito, per paura di non rientrare della nuova liquidità concessa.
Rinegoziazione cessione del quinto stipendio e pensione: come funziona
La rinegoziazione del quinto della pensione o dello stipendio funziona allo stesso modo. Quindi dopo che ti sei accertato di avere i requisiti e dopo il pagamento del giusto numero di rate, potrai iniziare la fase di richiesta della rinegoziazione.
La rinegoziazione prevede che la banca richieda una nuova cessione che permetta di coprire il debito residuo e che al contempo ti dia la possibilità di ottenere nuova liquidità.
Quindi se hai un debito residuo di 13 mila euro e hai bisogno di altri 10 mila euro, la banca richiederà una cessione del quinto per un totale di 23 mila euro.
In questo modo sarà possibile pagare sia il debito residuo e ottenere maggiore liquidità, cambiando però le condizioni di durata del contratto, e in alcuni casi anche l’importo della rata.
Infatti, in fase d’istruttoria per la rinegoziazione, la banca effettua di nuovo il calcolo della cessione del quinto. In quanto, negli anni lo stipendio potrebbe essere aumentato (ad esempio per gli scatti d’anzianità).
Oppure se non si prende più lo stipendio, ma nel frattempo si è andati in pensione, allora dovrà fare il nuovo calcolo del quinto sul cedolino pensionistico.
Rifatto il calcolo della rata, la banca procede a comunicare al cliente il nuovo importo, i tassi d’interesse applicati e infine la nuova durata della cessione del quinto.
La durata infatti si allunga, e gli anni che si aggiungono alla precedente cessione, dipendono-naturalmente-dalla somma richiesta durante la rinegoziazione.
Come richiedere la rinegoziazione del quinto
Quando scegli di richiedere alla banca o ad una finanziaria la rinegoziazione cessione del quinto online oppure direttamente in sede, hai bisogno di avere a portata di mano alcuni specifici documenti.
I documenti richiesti sono:
• Dichiarazione dei redditi
• Ultime due busta paga o cedolini della pensione
• Certificato di quota cedibile dello stipendio o pensione aggiornato
• Documenti d’identità e codice fiscale
Con questi documenti, la banca o finanziaria potrà avviare la procedura di rinegoziazione che prevede:
• Il controllo dei requisiti del richiedente
• Se sussistono i requisiti, si procede alla preparazione dell’istruttoria
• Avvio dell’iter per la richiesta della rinegoziazione
• Attesa della delibera (ossia il vero e proprio lasciapassare per ottenere il rinnovo della cessione del quinto)
• In caso di delibera positiva, la banca procede al conteggio estintivo (atto che chiude il vecchio prestito)
• Firma del nuovo contratto di cessione del quinto dello stipendio o pensione
• Erogazione della somma che fornisce nuova liquidità
Per completare tutto questo iter le banche o finanziarie possono richiedere tempi che vanno da un minimo di 30 giorni sino a più di 90, in base alla loro velocità di trattare le varie pratiche burocratiche.
In questa guida abbiamo visto nel dettaglio cos’è e come funziona la rinegoziazione del quinto dello stipendio. Se hai bisogno di altre informazioni, oppure qualcosa non ti è chiaro puoi contattarci o lasciarci un commento.

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