Le retribuzioni superano l’inflazione ad ottobre 2013

 Nel mese di ottobre 2013 le retribuzioni orarie italiane hanno fatto segnare risultati sicuramente positivi. Sono infatti aumentate dello 0,2 per cento rispetto al mese precedente, settembre 2013, e dell’1,4 per cento nei confronti dello stesso mese dell’anno precedente. 

Gli stipendi dei manager della PA sono i più alti dell’area Ocse

 Ancora una volta l’Italia finisce sotto i riflettori internazionali per un primato non troppo lusinghiero. Questa volta il caso è sollevato dagli stipendi dei manager della Pubblica Amministrazione italiana, che, secondo una recente statistica, possono contare sulle retribuzioni più alte dell’intera area Ocse. 

Il mercato del lavoro italiano sta cambiando volto secondo Coldiretti

 Cambia il mercato del lavoro italiano e cambiano le professioni che gli italiani si predispongono a svolgere. Dall’ultimo rapporto stilato sull’argomento da Coldiretti, la situazione del nostro paese dal punto di vista professione è in costante cambiamento e gli attuali orientamenti che si riscontrano nelle generazioni più giovani potrebbero portare ad una modifica radicale dei profili professionali più diffusi in Italia. 

Le retribuzioni aumentano dell’1,4% a settembre 2013

 Buone notizie per i lavoratori italiani, sia sotto il profilo degli stipendi percepiti, sia sotto il profilo dell’inflazione. Nel mese di settembre 2013 le retribuzioni italiane hanno subito un incremento dell’1,4% rispetto all’anno precedente. 

Le condizioni dell’occupazione femminile secondo Confartigianato

 Le condizioni dell’occupazione femminile in Italia non sono purtroppo rosee secondo l’ultimo rapporto stilato da Confartigianato sulla questione. Anzi, in un periodo di crisi economica è possibile dire che la condizione delle donne lavoratrici abbia subito anche un graduale peggioramento. 

Anziani italiani sempre più numerosi e più occupati

 Come sarà la società italiana fra pochi anni? E’ il Censis a rispondere a questa domanda, scattando una fotografia impietosa dell’Italia del 2015 o poco più. In una recente ricerca condotta a termine dall’Istituto si è infatti cercato di delineare il quadro occupazionale della terza età nel giro di pochi anni, alla luce dei recenti cambiamenti economici, politici e sociali che il paese sta attraversando. 

Dati Istat: disoccupazione al 12% e quella giovanile al 40%

 I dati rivelati dall’Istat sottolineano la difficile situazione economica che il paese sta vivendo. Nonostante che la fiducia delle imprese italiane è risalita, i dati sull’occupazione non promettono bene. Gli ultimi dati rilevati dall’Istat parlano di un problema che da anni continua ad affliggere l’economia del paese: la disoccupazione.

Professionisti e autonomi, le categorie più colpite dal crollo delle retribuzioni

 Fino a qualche anno fa quando un figlio voleva iniziare una carriera universitaria, i genitori hanno sempre cercato di indirizzare i ragazzi verso delle professioni particolari – notaio, avvocato, ingegnere e simili – considerati i più redditizi. Ora, come evidenzia una ricerca dell’Adepp (Associazione degli enti previdenziali privati), le professioni da sempre considerate fonti di guadagni sostanziosi hanno perso questa prerogativa a causa della crisi e del crollo delle retribuzioni.

Secondo la ricerca dell’Adepp, al primo posto tra le categorie più colpite spiccano i notai, professione sulla quale ha inciso in modo determinante il crollo del mercato immobiliare e, negli ultimi 6 anni, i compensi medi annui dei notai si sono praticamente dimezzati, passando da 129.400 euro a 66.800 euro.

La Riforma del Lavoro 2013 è entrata in vigore: tutte le nuove norme

Al secondo posto della classifica ci sono ingegneri e architetti si posizionano al secondo posto, i cui redditi negli ultimi sei anni sono scesi rispettivamente da 33.037 a 28.444 euro e da 27.139 a 22.400 euro l’anno.

Non va meglio neanche per gli psicologi, che cercano di sopravvivere con stipendi medi di 600 euro all’anno e la disoccupazione che colpisce la metà dei professionisti iscritti al relativo albo.

Causa dell’abbassamento degli stipendi anche il surplus dell’offerta di alcune tipologie di professionisti. Oltre agli psicologi, i Italia c’è un surplus di avvocati, la cui quantità è quadruplicata dal 1990 ad oggi. Uniche categorie professionali in controtendenza sono i commercialisti (la cui retribuzione nel periodo considerato è aumentata passando da 57.177 a 63.391 euro l’anno), i ragionieri (dai 42.833 euro del 2004 ai 52.358 del 2012) e i consulenti del lavoro.