10 cose da sapere sulla riforma del lavoro

 La Legge 28 giugno 2012, n. 92, Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita, ha introdotto la riforma del lavoro voluta dal Ministro Fornero. La legge presentata è stata rivista e integrata con il D.L. n. 83/2012 (decreto sviluppo) convertito, con modificazioni, dalla Legge 7 agosto 2012, n. 134, per venire incontro alle pressioni fatte da aziende e partiti per la tutela dell’articolo 18.

Quando si tratta di leggi e di terminologie burocratiche, per la maggior parte delle persone è complicato districarsi e comprendere davvero quali sono gli effetti reali di questa riforma. Per questo vi proponiamo le 10 cose che bisogna sapere sulla riforma del lavoro della Fornero, cercando di chiarire le principali tematiche trattate e come queste cambieranno per effetto della legge.

Ammortizzatori sociali

Le novità per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali riguardano l’introduzione dell’ASPI (Assicurazione Sociale per l’Impiego), dedicata soprattutto a coloro che hanno un contratto di lavoro subordinato e non ai precari (ai quali è riservata la mini-ASPI).

Con l’introduzione dell’ASPI si vuole sostituire, almeno in parte, il ricorso alle indennità di disoccupazione e di mobilità. Il sussidio ha una durata di 12 mesi per i lavoratori fino ai 54 anni e di 18 mesi per coloro che hanno superato i 55 anni. Chi ha intenzione di avviare un’attività autonoma può richiederla anche in un’unica soluzione.

Pur essendo già attiva (sono stati già stanziati circa 1,8 miliardi di euro) l’ASPI entrerà a pieno regime solo nel 2017.

Apprendistato

L’apprendistato è stato presentato dal Ministro Fornero come lo strumento principale per l’entrata dei giovani nel mondo del lavoro, per questo sono stati previsti tre anni di sgravi fiscali per le imprese ( di qualsiasi settore e dimensione) per il pagamento dell’INPS.

I contratti di apprendistato hanno una durata minima di sei mesi e durata massima di tre anni, oltre i quali il contratto di apprendistato si trasforma in contratto a tempo indeterminato.

Il numero di assunti con contratto di apprendistato per il quale si applicano gli sgravi contributivi varia in base al numero totale di addetti dell’azienda.

Donne e dimissioni in bianco

Altro tema caro al Ministro Fornero è quello della situazione lavorativa delle donne, molto spesso costrette dai datori di lavoro a firmare, appena dopo il contratto, la lettera di dimissioni che viene utilizzata poi dal datore di lavoro nel caso di sopraggiunta maternità.

Con la riforma del lavoro questo non sarà più possibile perché, durante il periodo della maternità e fino ai primi tre anni di vita del bambino, le dimissioni delle lavoratrici e anche le cosiddette risoluzioni consensuali dovranno passare al vaglio del servizio ispettivo del ministero del Lavoro. Se, al controllo dell’Ispettorato, emerge un abuso il datore sarà costretto a pagare una multa tra i 5 mila e i 30 mila euro.

Dipendenti pubblici

Le nuove norme che estendono il tanto discusso articolo 18, quelle chiamate, appunto, della flessibilità in uscita, saranno applicate anche al settore delle Pubbliche Amministrazioni (ministeri ed enti locali). E’ stato previsto, però, per questo particolare settore una delega al ministro delle P.A. per decidere tempi e modi di applicazione delle nuove norme.

Contratto di lavoro a tempo determinato 

Il periodo di tempo che deve intercorrere tra un contratto di lavoro a termine e il successivo passa da 60 giorni per contratti di durata pari o inferiore a 6 mesi e a 90 giorni se il contratto ha durata superiore. Dal momento che il contratto indeterminato rappresenta la modalità preferenziale di assunzione, i contratti a termine costeranno di più in termini di contribuzione.

Articolo 18

La tanto discussa flessibilità in uscita. Con la riforma il licenziamento illegittimo comporta, da parte dell’impresa, il reintegro del lavoratore. Se si tratta di licenziamento senza giusta causa, invece, per il lavoratore è previsto un indennizzo pari a 12 o 24 mensilità.

Liberi professionisti e Partita Iva

Stretta sulle Partite Iva: saranno considerate veritiere solo quelle che superano i 18 mila euro annui di fatturato. Per tutte le altre, che nella maggior parte dei casi nascondono dei rapporti di lavoro coordinato, i committenti avranno tempo un anno per regolarizzare la posizione dei finti liberi professionisti.

Lavoratori con più di 58 anni

Si tratta degli esodati, i quali si sono trovati, proprio a causa della riforma, senza reddito e senza pensione (i cui tempi sono stati allungati fino a 66/67 anni). Per questi lavoratori è stato previsto un fondo di solidarietà.

Buoni lavoro e voucher

I buoni lavoro  per la retribuzione del lavoro accessorio occasionale diventeranno dei buoni orari con data e numero progressivo. Quelli del vecchio tipo potranno essere utilizzati fino alla fine di maggio del 2013.

Controversie sul lavoro

La riforma ha lo scopo di snellire le procedure per la risoluzione delle controversie sul lavoro. In caso di conciliazione si avranno 20 giorni di tempo dalla convocazione delle parti in causa. Se si va al processo la prima udienza deve essere fatta entro 40 giorni alla quale deve seguire l’ordinanza del giudice che sarà immediatamente esecutiva.

Per i ricorsi si avranno 30 giorni per la Corte di Appello e 60 per la Cassazione.

Costa Crociere, opportunità di lavoro sulle navi

 

Costa Crociere offre delle interessanti opportunità di lavoro per coloro che amano viaggiare e che hanno una passione speciale per il mondo dell’entertainment. Le posizioni aperte, in questo momento, nel colosso della navigazione, infatti, riguardano proprio il settore dell’intrattenimento: sai va dai dj, ai media manager fino ai tv director.

I posti vacanti per questi profili sono in tutto quaranta e le candidature sono aperte a uomini e donne che abbiano i requisiti adatti: Costa Crociere richiede ai suoi candidati di parlare fluentemente l’inglese (la conoscenza di un’altra lingua costituisce titolo preferenziale), esperienza nel settore (diversa a seconda del profilo per il quale ci si candida) e comprovate conoscenze tecniche per svolgere la mansione.

Chi è in possesso di un diploma di scuola alberghiera (turismo e ristorazione) sarà sicuramente avvantaggiato. Sotto il profilo personale ai candidati viene richiesta la predisposizione al contatto con il pubblico, buone capacità relazionali e di lavoro in squadra.
Sul sito di Costa Crociere, nella sezione Lavora con Noi, è possibile visionare anche tutte le altre posizioni aperte, sia a bordo delle navi che a terra,
nell’azienda e inviare il proprio CV per la candidatura.

Posizioni aperte anche per “senza esperienza” da Calzedonia

Calzedonia, eccellenza italiana nella produzioni di abbigliamento intimo, calze e costumi sia per donna che per uomo, è una realtà in continua espansione.

Grazie alla diversificazione dei brand, nel gruppo Calzedonia rientrano diversi marchi importanti come Intimissimi, Tezenis e, da un paio di anni, anche Falconeri, è stata possibile una espansione notevole delle attività commerciali in diverse zone del mondo e, in ultimo, anche nei mercati russi.

Le principali posizioni aperte riguardano i punti vendita del Lazio e della Lombardia, ma ci sono anche delle interessanti offerte per tutti gli altri store del territorio nazionale, a cui possono candidarsi sia neo laureati o senza esperienza sia coloro che hanno già maturato esperienza nel settore delle vendite e del costumer care che hanno intenzione di affrontare un percorso di crescita all’interno di questa realtà.

Le principali caratteristiche richieste sono flessibilità, disponibilità e proattività, con, ovviamente, un’ottima predisposizione verso il cliente.

La candidatura alle posizioni aperte avviene on line, tramite il Job Center di Calzedonia, sito in cui è possibile vedere  tutte le proposte con i relativi dettagli e la loro distribuzione sul territorio. Prima di inviare la propria candidatura è necessario registrarsi.

La Green Economy traina il mercato del lavoro

 Qualche giorno fa è stato presentato il rapporto dell’Istat e di Coldiretti  Prospettive per l’economia italiana nel 2012-2013 in cui si presentavano le cifre riguardanti la Green Economy in Italia e il suo impatto nel comparto economico generale. Nel rapporto si sono evidenziate le ottime performance a livello occupazionale di questo settore, il cui trend occupazionale segna un +4,2% di addetti nel secondo trimestre del 2012.

A ribadire l’importanza della Green Economy per il mercato del lavoro italiano un altro rapporto stilato da Unioncamere e Fondazione Symbola. Green Italy 2012 mette in evidenza come

il 38,2% delle assunzioni complessive programmate (stagionali inclusi) da tutte le imprese italiane dell’industria e dei servizi per l’anno in corso si deve alle aziende che investono in tecnologie green.

La regione che maggiormente punta sulle tecnologie green è la Lombardia con 69.000 eco-imprese, seguita dal Veneto con quasi 34.000 e, al terzo posto, il Lazio con 33.000 imprese. Le tipologie di aziende che maggiormente credono e investono nella Green Economy sono quelle farmaceutiche (41%), le manifatturiere (27%) e il terziario (al 21,7%).

Gli esperti attribuiscono alla Green Economy un valore fortemente anticrisi:

Sul totale di 631.000 assunzioni complessive programmate, 241.000 sono ascrivibili ad imprese che credono nella green economy; delle 358.000 imprese che hanno investito negli ultimi tre anni in tecnologie green, ben il 20% prevede nel 2012 di assumere.

Il land grabbing non dà i risultati sperati

 Se il Land Grabbing (locuzione che in italiano si può tradurre come accaparramento delle terre) è un fenomeno storico e economica presente lungo tutto il corso della storia dell’uomo, così come si sta trasformando ora rischia di essere più deleterio che benefico, sia per gli investitori sia per i paesi  coinvolti.

Anche la Fao è da sempre stata favorevole all‘investimento straniero nell’agricoltura nei paesi in via di sviluppo, un modo di operare che, se da un lato fa gioco all’economia dei paesi sviluppati, che hanno maggiori possibilità di coprire le richieste alimentari della popolazione, dall’altro si configurava come un modo per aiutare anche le economie dei paesi in via di sviluppo , sia in termini di produzione che di infrastrutture.

Ma, da quanto emerge dal rapporto Trends and Impacts of Foreign Investment in Developing Country Agriculture:

Il numero dei posti di lavoro creati è stato decisamente inferiore a quanto non fosse stato inizialmente annunciato ed in alcuni casi perfino i posti di lavoro per mano d’opera poco qualificata sono stati presi da personale non locale.

Mentre diversi studi documentano con chiarezza gli effetti negativi delle acquisizioni di terra su larga scala nei Paesi in via di sviluppo, non ci sono molti riscontri sui loro possibili benefici per il Paese ospite, specialmente nel breve periodo e a livello locale.

Le alternative ci sono – accordi di agricoltura contrattuale, sistemi di piantagioni satellite con condivisione del capitale e joint ventures tra le compagnie che investono e le cooperative contadine locali – ma, per raggiungere questi obiettivi è necessario un intervento più profondo dei singoli governi e delle istituzioni che dovrebbero concentrarsi di più sui benefici alla popolazione e non a quelli delle  grandi multinazionali che investono  in questi territori.

Fornero dice basta alle politiche di debito

 Quella che si è trovata di fronte il governo tecnico capitanato da Mario Monti era una situazione davvero disastrosa, dovuta a tante scelte sbagliate delle amministrazioni precedenti. Per questo è stato necessario correre subito ai ripari con delle misure di emergenza che non sono state ben accolte dal popolo.

Il Ministro Fornero, uno dei tecnici del governo che ha subito più critiche, ha parlato a Famiglia Cristiana cercando di dare delle spiegazioni alle sue decisioni e a quelle prese di concerto con i restanti membri del governo.

Per prima la riforma delle pensioni:

Un welfare che poggia su politiche di debito non è più sostenibile. Quando un edificio ha larghe crepe, occorre metterlo subito in sicurezza. E’ vero, la riforma delle pensioni, ispirata a criteri di sostenibilità finanziaria e di equità tra le generazioni, è stata severa.

Per questo motivo si è reso necessario per le pensioni un passaggio da una politica retributiva a una contributiva:

La riforma delle pensioni mira a ristabilire l’equilibrio, passando dalla formula retributiva a quella contributiva. Nella previdenza, la pensione deve corrispondere ai contributi versati durante la vita lavorativa. Ma se la pensione è povera e non permette di arrivare alla fine del mese, allora va integrata con risorse pubbliche, in modo trasparente e corrispondente all’equità.

Il Ministro parla anche dei giovani, che, a sua detta, sono tra le priorità della riforma del lavoro:

I giovani sono al centro della nostra riforma del mercato del lavoro. Tutti i fondi che avevo li ho messi a disposizione per l’occupazione dei giovani. La riforma del lavoro mira a realizzare un mercato inclusivo. Per tirare dentro quelli che sono ai margini: giovani, donne e anche lavoratori anziani. Per realizzare questo obiettivo abbiamo diversi strumenti, a cominciare dall’apprendistato, per avvicinare i giovani al mondo del lavoro. E ridurre le distanze tra scuola e lavoro.

Cassazione: sì a paga extra per turni lunghi

 Il caso che ha portato alla sentenza  n. 18284 dello scorso 25 ottobre della Cassazione è quello di un dipendente di un istituto bancario, addetto alla vigilanza, il quale ha richiesto di avere una retribuzione maggiore per le giornate lavorative effettuate dopo il sesto giorno di lavoro consecutivo.

L’istituto bancario ha concesso un extra per la retribuzione, ma lo ha calcolato come se fosse la retribuzione per il lavoro  domenicale. Il dipendente, non soddisfatto, si è appellato al tribunale, che però non ha concesso un ulteriore compenso. Da qui il ricorso alla Cassazione motivato dalla esiguità del compenso per il settimo giorno lavorativo, motivazione accolta dal Supremo Tribunale: il lavoratore che lavora oltre il sesto giorno consecutivo ha diritto ad un compenso di natura retributiva che tenga conto del sacrificio della privazione del giorno di riposo.

Questo perché, secondo la sentenza della Cassazione n. 2610/2008

il lavoro prestato oltre il settimo giorno non determina solo la limitazione di specifiche esigenze familiari, personali e culturali alle quali il riposo domenicale è finalizzato, ma una “sofferenza” extra: la privazione della pausa destinata al recupero delle energie psico-fisiche.

Quindi, concludono i giudici della Suprema Corte:

In mancanza di una previsione del contratto collettivo nazionale di lavoro sarà compito del giudice determinarne la misura tenendo conto dell’onerosità della prestazione lavorativa e di eventuali forme di compensazione normativamente previste per istituti affini, quale il compenso del lavoro domenicale, ma non quello per lavoro straordinario.

 

Fino a 600 mila euro per il ricongiungimento previdenziale

 La previdenza è la bestia nera del governo tecnico, questione sulla quale si stanno facendo molte proposte, a volte anche contrastanti fra loro, per riuscire a risolvere il problema: da un lato la necessità di recuperare fondi per la copertura degli esodati (coloro che con la riforma si sono trovati senza reddito e senza pensione) e, dall’altro, il problema del ricongiungimento delle pensioni.

In questo secondo caso, all’ordine del giorno nell’agenda governativa, non sono mancate polemiche, forse meno gridate di quelle degli esodati, ma non per questo meno forti.

Il ricongiungimento, che fino a qualche tempo non costituiva un problema, dal momento che farlo era gratuito e anche piuttosto semplice, ora si è trasformato in un incubo. Dal 2010, infatti, il passaggio dei contributi pensionistici all’Inps è a titolo oneroso e, purtroppo, si tratta di somme impressionanti (alcuni potenziali ricongiunti si sono sentiti chiedere anche 600 mila euro).

E non c’è via di scampo: per chi, passando dal pubblico impiego al privato, cambia cassa di appartenenza, l’unica altra soluzione è quella di chiedere il cumulo dei contributi versati, il che porterebbe al calcolo della pensione secondo il sistema contributivo e non in base all’ultimo stipendio, il che si traduce, nella quasi totalità dei casi, in un dimezzamento della cifra percepita.

 

Nuove regole per apprendistato e contratti a termine

 La riforma del mercato del mercato del lavoro procede a tutta forza. Il ministro Fornero è più che mai convinta che l’apprendistato possa essere la cura per molti mali che affliggono questa parte dell’economia e, dopo la circolare dell’Inps che conferma gli sgravi fiscali per quelle aziende che scelgono di assumere forza lavoro in qualità di apprendisti, arrivano quelle del governo con le quali si procede alla regolamentazione di questo tipo di contratti.

In questi giorni si stanno susseguendo le notifiche istituzionali sia sull’apprendistato che sulle tipologie di contratto a termine che, partiti come strumento per rendere il lavoro più flessibile, si sono trasformati nell’emblema del precariato.

Precariato che è uno dei principali motivi che hanno fatto nascere la necessità di una riforma del lavoro, in quanto usati in maniera non sempre trasparente dalle aziende.

Nell’impostazione della riforma del mercato del lavoro voluta dal Ministro Fornero, sono previste tre tipologie principali di contratto di apprendistato: apprendistato professionalizzante (attraverso il quale si raggiunge una particolare qualifica professionale); l’apprendistato qualificante (una sorta di programma per ottenere un diploma) e l’apprendistato di alta formazione (affiancato a percorsi scolastici o universitari).

Il risultato di questa opera di diversificazione dei contratti di apprendistato e degli sgravi previsti dovrebbe essere un abbassamento del numero di disoccupati e, quindi, migliori prospettive per i giovani italiani.

Camusso e Fornero: completo disaccordo su riforma delle pensioni

 Se da un lato c’è il Ministro del Lavoro Elsa Fornero che, rispondendo al question time al Senato, assicura che ci sono tutte le garanzie per mettere in atto la riforma delle pensioni con la creazione di una Super Inps, nella quale andranno a confluire anche Inpdap e Enpals, e ribadisce che

Non ci sono effetti sulla sostenibilità del sistema previdenziale che resta rafforzato dall’ultima riforma pensionistica.

Dall’altro lato c’è la leader della CGIL Susanna Camusso che, per niente convinta da queste affermazioni, chiede un’immediata revisione della riforma delle pensioni del governo Monti:

Dobbiamo modificare, e ci rivolgiamo al nuovo governo, la legge sulle pensioni – ha detto -. E’ sbagliata, non solo perché bisogna rimediare alle ingiustizie immediate, come il caso degli esodati, ma perché il Paese non può reggere questa riforma che così stravolge la vita di tante persone.

I problemi da affrontare, continua Susanna Camusso nell’intervista rilasciata a RadioArticolo1, sono molteplici e toccano tutto il mondo del lavoro: dalla questione produttività – l’incontro con le associazioni delle imprese italiane si è concluso con un nulla di fatto – e a quello della collocazione degli impiegati delle amministrazioni provinciali, che, a causa del taglio delle provincie, si ritroveranno presto senza un lavoro.