Coca-Cola in crisi, ecco come vuole uscire dal tunnel

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Gli ultimi sforzi della Coca-Cola in termini di marketing hanno avuto un buon ritorno. Si pensi soltanto alla campagna “condividi questa Coca-Cola con…”. Ne è poi partita un’altra con la fascia che richiama il verso di una canzone, ma la crisi resta.

Anche Coca-Cola, adesso, deve far fronte ad un calo delle vendite legato, probabilmente, al cambiamento di abitudini delle persone. Lo stesso presidente di questa storica azienda, Sandy Douglas, che la guida da gennaio, dice di bere una sola Coca-Cola al giorno, nella bottiglia di vetro, poi al massimo, una nel pomeriggio ma nella sua variante zero, al fine di non assumere troppe calorie.

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Insomma non più di una Coca-Cola al giorno per non far male alla salute. Se lo dice il presidente perché non dovrebbero crederci gli altri? In effetti il suo unico obiettivo dovrebbe essere quello di vendere quanti più litri di questa bevanda popolarissima. Il problema della Coca-Cola è riassunto in questa dicotomia: venderne sempre di più anche se più di una al giorno può fare male.

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Le vendite, nel 2013 sono diminuite del 2 per cento rispetto all’anno precedente ma si tratta anche del nono calo consecutivo in nove anni. Così le entrate della società sono state soltanto 46,8 miliardi nel 2013 a fronte dei 48 miliardi di dollari del 2012. La Coca-Cola, dicono gli analisti, è stata coinvolta dalla crisi delle bevande gassate che sono considerate, soprattutto in America, le nemiche numero uno della salute. Un po’ la crisi, un po’ questa nuova attenzione alla forma fisica, è spiegato il crollo delle vendite della Coca-Cola.

In America le campagne contro lo junk food, accanto al quale sono servite delle fresche bevande gassate, ha fatto finire la Coca-Cola tra i prodotti da eliminare dalla dieta. Per Douglas, comunque, l’arma segreta dell’azienda è la pubblicità e per questo, senza perdersi d’animo sta già pensando ad un’altra campagna.

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