Dipendente Starbucks? L’università la paga l’azienda

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Ci sono delle aziende che garantiscono ai loro dipendenti l’accesso al percorso di formazione, compatibilmente con l’iter lavorativo. Starbucks è una di queste aziende. Oggi presente in 58 paesi, nel 2012 contava più di 19.435 caffetterie in tutto il mondo. 

La catena di caffetterie più interessante di tutti i tempi ha deciso d’investire 250 milioni di dollari nell’Università dell’Arizona che presenta un programma di corsi online molto ricco. Oggi seguono le lezioni telematiche circa 11 mila studenti.

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L’iniziativa, quella che consiste nel pagare ai dipendenti che vogliono iscriversi all’università, un sostegno per l’attività formativa, riguarda tutti, perchè non è altro che un ampliamento di un programma che era già in vigore. Oggi chiunque sia dipendente Starbucks, neo assunto o anche part time, può chiedere un sostegno agli studi universitari. 

Il bello è che i dipendenti dell’azienda che vogliono studiare, alla fine dell’università possono anche lasciare Starbucks che ha pagato loro gli studi. La spiegazione è semplice e la dà uno dei proprietari:

Anche se al raggiungimento della laurea i nostri dipendenti decidessero di andarsene, penso che i vantaggi sarebbero comunque decisivi. Maggior disponibilità sul luogo di lavoro, maggior soddisfazione, aumento della produttività. Alla fine i migliori probabilmente decideranno di restare.

E qual è allora l’obiettivo del progetto? Si tratta di una strategia per cercare di creare e mantenere il benessere economico dei lavoratori rendendoli soddisfatti all’interno di un’organizzazione che si occupa di loro. Se i dipendenti stanno bene e sono soddisfatti riusciranno a trasmettere le stesse cose anche ai loro clienti.

In pratica è un progetto di brand reputation di ampio respiro.

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