Dividendi, quali rischi per le banche italiane

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Gli analisti di Mediobanca Securities hanno presentato uno studio in cui hanno osservato l’andamento dei dividendi. Il loro consenso si sta adeguando successivamente ai dati macroeconomici, ai dati del terzo trimestre e ai risultati relativi all’asset quality review.

Tuttavia gli analisti di Mediobanca hanno pensato di isolare il potenziale impatto dell’aqr sui cambiamenti dei dividendi delle banche europee. Tutte le banche sotto la copertura di Mediobanca hanno oltrepassato l’aqr con il massimo dei voti, vale a dire con un CET1 sopra l’8%, quindi non è imminente nessun consistente aumento di capitale. Tuttavia, avvertono gli esperrti della banca d’affari, le esigenze potenziali di accantonamenti per perdite su crediti potrebbero influenzare il consenso sui dividendi.

Il consenso sui dividendi 2014 e 2015 è aumentato dello 0,4% e sceso dello 0,8%, rispettivamente, dopo che è stato divulgato l’esito dell’aqr, con un’elevata divergenza tra le varie banche. Quindi a prima vista l’aqr sembra un non-evento sui dividendi, come confermato dalla non correlazione trovata quando si confronta il cambimento del consenso sui dividendi dopo l’esito dell’aqr con le esposizioni delta non performing (NPE), con la copertura delta o l’impatto sul CET1.

Nonostante ciò, si evince un alto coefficiente di determinazione, R², di 0,6 nel 2014 e di 0,5 nel 2015 se si confronta il cambiamento del consenso sui dividendi con il delta tra i payout pre-aqr e i payout teorici corretti per la Credit File Review (CFR), che in media sarebbe di 21 pp più bassa. Come tale, il potenziale impatto della CFR sul payout spiega finora più del 50% della variazione dei dividendi, ma l’entità di tale cambiamento è ciò che conta per valutare le ipotesi di mercato.

 

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