Enel, a giorni si deciderà il futuro di Endesa

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Sono giorni cruciali per decidere della partecipazione di Enel in Endesa. Tutto sarà stabilito definitivamente nelle prossime ore, stando a quanto è stato dichiarato dall’a.d. di Enel Starace.In base alle ultime indiscrezioni il flottante della controllata spagnola dovrebbe salire intorno al 25%, il che implicherebbe una cessione di circa il 17% del capitale. Tuttavia le ipotesi sono tante. Potrebbero esserci gli estremi per un’offerta pubblica di vendita sino al 20-22% o un collocamento privato.

Ripercorrendo di fronte alla Commissione il percorso che ha condotto alla riorganizzazione delle attività di Spagna e America Latina, l’amministratore delegato di Enel ha rammentato che proprio ieri la sua azienda ha incassato due dividendi straordinari da Endesa per un totale di 14 miliardi di euro: è questo il più grande dividendo mai distribuito in Spagna nonché uno dei più consistenti in assoluto. A valle di questo pagamento, ora Endesa ha un rapporto tra debito netto e margine operativo lordo di circa 2,6, in linea con il settore, oltre che una migliore struttura finanziaria e una politica di dividendi appetibile e sostenibile.

Il processo di dismissione degli asset di generazione in Slovacchia e di distribuzione in Romania, invece, sta per concludersi. Così Starace:

Siamo abbastanza avanti, c’è un certo numero di compratori potenziali e riceveremo le offerte vincolanti verso fine novembre, con un vantaggio di tre settimane una sull’altra. Confermo il calendario per le dismissioni e il target originario di circa 4 miliardi di euro entro fine anno. Tengo comunque a sottolineare come non sia un voto di sfiducia verso questi Paesi, ma erano asset facilmente identificati che cubavano la cifra da raggiungere secondo i target. In relazione alle centrali che Enel intende dismettere, in tutto 23, il numero uno del colosso elettrico pensa di fare di Porto Tolle una centrale a biomasse, dopo i dieci anni in cui il gruppo ha provato a riconvertirla a carbone. Le centrali sono state divise in tre categorie: quelle che potrebbero continuare se passassero a un’altra tecnologia e sulle quali ci sono dei progetti, quelle che si sono avviluppate nel tessuto urbano delle città e una terza categoria, su cui chiederemo ad architetti, imprenditori e istituzioni suggerimenti e idee per poterne trovare la giusta valorizzazione.

 

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