Eni, conti giù: colpa del petrolio

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Il crollo del petrolio fa calare i conti Eni che manda in archivio il secondo trimestre con un risultato netto in perdita di 0,11 miliardi e un utile netto adjusted che scende dell’84% portandosi a 0,14 miliardi di euro.

Tuttavia, Eni propone un acconto del dividendo di 0,40 euro per azione (0,56 nel 2014). Note positive, in considerazione della cura del gruppo in direzione di una maggiore redditività, l’andamento del flusso di cassa e l’incremento della produzione al di sopra delle aspettative.

Ad annunciare le prossime mosse è il gruppo petrolifero, che durante il semestre ha fatto registrare un utile netto pari a 0,59 miliardi (-70%) e un utile netto adjusted di 0,79 miliardi (-62%). La performance, spiega la società, è stata penalizzata dal crollo delle quotazioni del petrolio, che ha determinato la contrazione dei ricavi del settore E&P (esplorazione e produzione) nonché dal peggioramento dei risultati di Saipem in considerazione del debole scenario del settore petrolifero.

In particolare, il settore E&P ha fatto registrare un utile operativo adjusted in calo del 48% su trimestre e del 61% su semestre e quello ingegneria e costruzioni ha riportato una perdita operativa adjusted di 740 milioni di euro nel trimestre e di 580 nel semestre. Si tratta di elementi negativi che “sono stati parzialmente compensati dalla crescita delle produzioni, dal deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro e dal miglioramento dei risultati dei business raffinazione e chimica grazie alle azioni di efficienza e ottimizzazione che unite alla ripresa dei margini hanno consentito il ritorno alla redditività”.

C’è soddisfazione nelle parole dell’amministratore delegato, Claudio Descalzi secondo cui “ottimi risultati industriali in tutti i business che ci hanno consentito di rivedere al rialzo alcuni degli obiettivi del piano strategico”, in particolare il manager spiega che grazie alle rinegoziazioni dei contratti gas e al riassetto degli impianti di raffinazione è stato possibile “limitare gli effetti della caduta dei prezzi degli idrocarburi, sia in termini economici, sia in termini di cassa. Nonostante il dimezzamento del prezzo del barile, abbiamo conseguito 5,7 miliardi di cash flow”.

 

 

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