Fallite 260 imprese del terziario al giorno nel 2014

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Un bilancio molto negativo. Sono sempre di più le imprese del terziario di mercato che hanno cessato l’attività in confronto alle nuove adesioni all’albo.

Durante i primi dieci mesi dell’anno che volge al termione, infatti, il saldo tra aperture e chiusure è negativo di quasi 78mila unità e in lieve aumento in confronto allo stesso periodo dell’anno scorso (-76.489). Saldi negativi e in peggioramento si registrano anche nei singoli settori:

– commercio al dettaglio alimentare e non alimentare (-25.600);

– Alloggio e ristorazione (-13.759);

– Altre attività di servizi (-26.272).

L’unica eccezione riguarda il commercio ambulante che in confronto al precedente anno fa rilevare una crescita del numero di imprese presentando un saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni uguale ad oltre 1.600 unità. Alla base di queste dinamiche negative, si configura il proseguimento senza sosta della recessione e la crisi dei consumi delle famiglie i cui effetti si sono esplicati indistintamente sull’intero territorio nazionale con saldi negativi in tutte le regioni e una riduzione particolarmente consistente al sud. Questi, in sostanza, i principali risultati che si evincono dall’ultimo numero dell’Osservatorio sulla demografia delle imprese realizzato dall’Ufficio studi di Confcommercio:

L’Osservatorio ha registrato nel periodo gennaio-ottobre 2014, un numero più elevato di cessazioni (178.106) rispetto alle iscrizioni (100.232) determinando un saldo negativo di 77.874 Imprese. La persistente debolezza della spesa per consumi continua non solo a rendere difficile lo svolgimento dell’attività aziendale per molte imprese del settore, ma tende anche a frenare e ridurre le nuove iniziative imprenditoriali). Il saldo negativo dei primi dieci mesi dell’anno riferito al totale dell’area Confcommercio è peggiorato rispetto allo stesso periodo del 2013 per effetto di un aumento delle cessazioni, mentre il numero delle nuove iscrizioni si è ridimensionato. All’interno dell’aggregato solo il commercio di auto e moto e il commercio al dettaglio hanno registrato, rispetto ai primi dieci mesi del 2013, un ridimensionamento del saldo negativo.

 

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