Giappone, settimana lavorativa di quattro giorni

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Lavorare meno giorni, così da avere un fine settimana di tre giornate, in cambio di una permanenza prolungata sul luogo di servizio.

E’ questa la proposta di rivoluzione culturale e di abitudini lanciata da Uniqlo, il marchio dell’abbigliamento giapponese famoso anche per firmare le divise del campione mondiale di tennis, Novak Djokovic: Fast Retailing, la holding che la controlla, proporrà a una parte dei suoi dipendenti di lavorare 4 giorni a settimana (sfruttando così un maxi-weekend di tre giorni), a patto di restare in servizio per 10 ore rispetto alle 8 ore tradizionali.

Il progetto pilota riguarderà 10mila dipendenti a tempo pieno in vari negozi in Giappone, ma se funzionerà si potrà estendere anche agli uffici. La società ha spiegato la mossa con la necessità di liberare più giorni per i migliori dipendenti, che spesso devono fare richiesta di part time per prendersi cura dei familiari: un bisogno di molti, in un Paese dalla struttura demografica spostata verso la tarda età. La scarsità di manodopera è recentemente arrivata a livelli record, e d’altra parte il Giappone è un Paese con la disoccupazione sotto il 4%. Alle donne, poi, sono affidati compiti di cura domestica spesso molto onerosi, che impediscono un vero e continuativo impegno professionale.

Così, per non veder sfuggire i più bravi o vederli costretti a ridurre drammaticamente la loro presenza, l’azienda preferisce chiedere loro di concentrare le forze in meno giorni, e godere di periodi di libertà più ampi. Il rovescio della medaglia, però, è che saranno chiesti più turni durante i sabati e le domeniche, in modo da permettere a Uniqlo di rispettare le aperture nei fine settimana (o almeno, quelli che resteranno tali per tutti gli altri lavoratori), in particolare nei periodi dello shopping.

 

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