Aumento di capitale, Carige in sofferenza

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Non sono giorni facili per Carige. Il titolo soffre in Borsa dopo la pubblicazione dei dettagli dell’aumento di capitale pari a 850 milioni che parte lunedì.


Le condizioni stabilite ieri dal consiglio di amministrazione, insieme al consorzio di garanzia che assiste l’operazione, sono sostanzialmente nelle attese: il prezzo di emissione delle nuove azioni, 1,17 euro, rappresenta uno sconto del 35,2% rispetto al prezzo teorico ex diritto calcolato sul prezzo di riferimento dell’ultima giornaa di contrattazioni (6,25 euro). Pertanto la rettifica del titolo che avverrà alla chiusura di oggi dovrebbe portare indicativamente a un prezzo dell’azione scambiata da lunedì a 1,80 euro e a un prezzo del diritto intorno a 4,45 euro.

“Come negli ultimi aumenti iperdiluitivi, commenta un analista, e come nella ricapitalizzazione di mps in corso, la gran parte del valore del titolo sta nel diritto con un probabile effetto volatilità a partire da lunedì”. Per ogni azione carige posseduta (così come per ogni titolo risparmio), i soci avranno la possibilità di sottoscrivere 7 titoli di nuova emissione. L’aumento pertanto ha un coefficiente di diluizione dell’88%. Attualmente la capitalizzazione di Borsa è di 634 milioni.

All’aumento dovrebbero partecipare i nuovi soci forti, la famiglia Malacalza, titolare del 14,9%, e l’imprenditore Vittorio Volpi (5,1%). Carte coperte da parte di Bpce, scesa recentemente dal 9,9% al 5,1%, e Ubs (4,4%), la cui quota è oggetto di un prestito titolo. La Fondazione Carige, titolare dell’1,95%, valuterà la partecipazione l’11 giugno, quando è in programma una riunione dell’ente. In ogni caso l’aumento è coperto da un nutrito consorzio di garanzia, con Mediobanca capofila nel ruolo di global coordinator e joint-bookrunner. L’operazione debutterà sul mercato lunedì: i diritti di opzione potranno essere scambiati fino al 19 giugno ed esercitati per sottoscrivere le azioni fino al 25 giugno.

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