Bilancio pubblico, Letta lascia un grosso buco

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 La Cgia di Mestre ha  compiuto uno studio nel quale si valutano gli effetti della conduzione politica di Letta.

“Se nel 2013 il sistema Paese ha risparmiato poco più di un miliardo di euro di tasse, grazie soprattutto all’abolizione dell’Imu sulla prima casa, quest’anno ne pagheremo 2,4 miliardi in più e nel 2015 subiremo un aggravio di un miliardo di euro. Se, invece, riusciremo a tagliare di quasi tre miliardi le uscite, come previsto dalla Legge di Stabilità con la cosiddetta ‘spending review’, la situazione cambierà nettamente segno: l’anno prossimo gli italiani risparmieranno quasi 2 miliardi di euro di tasse”. A dirlo, schematizzando un bilancio fiscale del Governo Letta, l’Ufficio studi della Cgia di Mestre.

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“Innanzitutto – dice il segretario della Cgia di Mestre, Bortolussi – va segnalato che il Governo Letta ha ereditato una situazione alquanto difficile, sia per la tenuta dei conti pubblici, sia per l’andamento negativo di tutti gli indicatori economici. Tuttavia, i risultati del nostro bilancio fiscale non tengono conto di una cosa: con l’introduzione della Tasi, molte tipologie familiari corrono il rischio di subire un aumento della tassazione locale, visto che i Sindaci avranno la possibilità di applicare il nuovo tributo con un’ampia discrezionalità”.

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Se la riduzione della tassazione catalogata nel 2013 è stata dovuta in buona parte all’abolizione dell’Imu sulla prima casa, nel 2014
gran parte dei 2,4 miliardi di nuove tasse saranno pagate dalle banche e dalle assicurazioni. Quest’ultime, saranno chiamate a versare oltre 2,6 miliardi di euro all’Erario a seguito della svalutazione e delle perdite sui crediti concessi a questi soggetti ai fini Ires e Irap.

 

 

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