Il discorso social di Renzi per le tasse sulla casa

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Il premier è intenzionato a tirare acqua al suo mulino annunciando e spiegando a chiare lettere quello che il governo propone con la Legge di Stabilità. Il suo discorso social è molto lungo e scandito per punti. Per esempio prende in esame il tasto dolente delle tasse sulla casa

La tassa sulla casa, che prima si chiama ICI, poi IMU, poi TASI e ora chissà che altro nome dovremo imparare prima di completare il pagamento, è un argomento sul quale i politici si danno battaglia. In genere si usa questo argomento un po’ come le foto “acchiappalink” tanto che la trattazione del tema è più un esercizio di marketing che un’azione divulgativa.

Senza entrare nel merito della valutazione del discorso del premier Renzi, ecco quello che il primo ministro spiega su Facebook in merito alle tasse:

Questa legge di stabilità continua nel percorso di abbassamento delle tasse: dopo gli 80 euro e la cancellazione della componente lavoro dell’Irap adesso tocca a Imu e Tasi oltre che alle “tasse agricole” e agli imbullonati.. Non solo: chi investe nei beni necessari all’azienda, cioè chi investe sul futuro del lavoro, ha diritto a uno sconto fiscale (misura dei cd. Superammortamenti). E dal prossimo anno va giù anche l’Ires, a un livello più basso della Spagna. Giù le tasse, finalmente! Altro che storie: ridurre le tasse non è di destra o di sinistra, è semplicemente giusto. Per la prima volta nella storia d’Italia le tasse vanno giù in modo sistematico, per tutti, non solo per qualcuno. Per tutti, per sempre!
A chi dice: ma la manovra sulla casa l’aveva fatta anche Berlusconi, dico che è vero. Perché negare la realtà? La norma è la stessa di allora, con due sole differenze: 1) noi non cambieremo idea come ha fatto lui nel 2011 che votò per rimettere l’ICI cambiandole soltanto il nome in IMU; 2) noi non faremo pagare il conto ai comuni della differenza. I sindaci possono essere molto felici di questa legge di stabilità: è pensata per loro e per i cittadini normali. Quelli che tirano avanti la carretta ogni giorno.
La norma è la stessa anche sulla questione dei castelli che dunque – a differenza di quanto si dice con tono scandalizzato – pagheranno (come per abolizione ICI del 2008). Ironia della sorte: i castelli furono parzialmente esentati dai governi successivi, anche di centrosinistra, perché considerate residenze storiche, ma le categorie catastali A1, A8, A9 avranno lo stesso trattamento della misura del 2008.

 

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