Ilva, ecco come verrà usato il prestito

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Arriva una boccata d’ossigeno per l’Ilva, almeno in termini di finanze. La seconda tranche del prestito ponte, destinata allo stabilimento pugliese ed erogata da Unicredit, Intesa Sanpaolo e Banco Popolare, sta arrivando. I tre gruppi di credito hanno approvato l’emissione dei fondi.

Si tratta di 125 milioni, stessa cifra già messa a disposizione lo scorso settembre. Stando a quanto riferito da alcune fonti vicine al dossier la corresponsione dell’importo avverrà nei prossimi giorni, permettendo all’azienda di poter pagare sia i regolari stipendi dei lavoratori sia le tredicesime e il premio di produzione al personale, oltre che i lavori eseguiti dalle imprese dell’indotto.

Con la prima tranche del prestito ponte l’Ilva, oltre a pagare gli stipendi, ha anche liquidato fatture per 34 milioni di euro alle imprese di Taranto. Sul prestito vi è la prededuzione accordata dal governo con l’ultima legge sull’Ilva che tutela gli stessi istituti di credito, offrendo una sorta di garanzia nel caso in cui l’azienda dovesse dichiarare fallimento.

Separatamente vanno avanti le trattative per la cessione del gigante dell’acciaio che si dovrebbe perfezionare all’inizio del prossimo anno. In campo ci sono due proposte: quella di Arcelor Mittal con Marcegaglia e Arvedi, ma nel riassetto societario sarà implicata anche la Cassa Depositi e Prestiti.

Stando alle ultime indiscrezioni, nell’offerta non vincolante  lanciata da Arcelor Mittal non ci sarebbero ancora indicazioni economiche, mentre verrebbero confermate il mantenimento degli attuali livelli di occupazione, l’intenzione di investire nel gruppo per il rilancio della produzione e la volontà di rilevare l’Ilva nella sua interezza. Fondamentale per Arcelor Mittal, infatti, è poter contare non solo sulle attività produttive di Taranto ma anche sullo stabilimento di Genova-Cornigliano, che ha rinnovato i suoi impianti e che, soprattutto, mette in ballo un milione di metri quadrati affacciati sul mare, una piattaforma logistica ideale da cui servire i mercati europei.

 

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