Erario: i servizi online con registrazione

 L’Agenzia delle Entrate mette a disposizione dei contribuenti dei servizi di cui si può usufruire soltanto dopo essersi registrati al portale e altri servizi che al contrario possono essere usati anche senza la registrazione.

I servizi con registrazione sono quelli che richiedono l’accesso ai servizi Fisconline ed Entratel. Per usufruirne è necessario effettuare la registrazione ai servizi telematici e, attivando l’opzione, si può anche essere informati sulli aggiornamenti ai servizi tramite email e messaggini.

I servizi con registrazione sono:

  • il cassetto fiscale,
  • il civis, vale a dire l’assistenza sulle comunicazioni di irregolarità e cartelle,
  • le comunicazioni, da inviare attraverso i modelli AA5/6, la fatturazione all’estero, il tutoraggio e i dati del domicilio,
  • l’invio e l’annullamento dell’invio dei documenti, per esempio dichiarazioni e comunicazioni varie,
  • la compilazione e l’invio delladichiarazione dei redditi secondo il modello Unico Pf e Mini web,
  • il pagamento dei versamenti tramite modello F24,
  • la registrazione dei contratti di locazione tramite i sistemi Siria web, Iris web e Locazioni web,
  • inoltrare la richiesta del duplicato della tessera sanitaria e del codice fiscale,
  • conservare le ricevute,
  • chiedere e monitorare i rimborsi web,
  • usare i servizi catastali.

Ciascuno di questi titoli apre un’applicazione, ben descritta sul sito dell’Erario. Il consiglio è quello di registrarsi al portale.

La Carta Superflash Commercial

 I professionisti e le piccole imprese hanno sempre bisogno di un sistema di carte di credito che consenta loro di avere un’ampia disponibilità di spesa grazie al plafond concordato e la possibilità di posticipare il pagamento dei costi sostenuti in un determinato mese.

Per tutte queste esigenze, la Banca dell’Adriatico, ha pensato la Carta Commercial, ma per i professionisti c’è da considerare anche la Carta Superflash Commericial.

Questo secondo prodotto non può essere considerato una vera carta di credito visto che si tratta di una carta prepagata ricaricabile che serve a gestire in modo più facile le spese aziendali. Il bello è che può essere intestata anche ai propri collaboratori.

Quali sono le caratteristiche distintive della Carta Superflash Commercial? In primo luogo consente un’elevata capacità di spesa, fino a 60.000 euro, per l’acquisto di beni e servizi. Il fatto che possa essere intestata anche ai collaboratori permette di evitare i contanti e monitorare con precisione le uscite.

Con questa carta, tra l’altro, si possono compiere svariate operazioni. Per esempio si possono disporre i bonifici a debito, si può fare una ricarica su altre prepagate, si può visualizzare la lista dei movimenti e il saldo mensile.

Per conoscere tutti gli altri servizi per i collaboratori si consiglia di visitare il sito internet della banca.

La carta Commercial della Banca dell’Adriatico

 La Banca dell’Adriatico ha una vasta gamma di prodotti dedicati alle imprese, ai lavoratori autonomi e ai professionisti, per esempio le carte di credito che puntano a snellire la gestione delle spese ma offrono anche numerosi vantaggi ai sottoscrittori grazie all’addebito posticipato dei pagamenti.

La presentazione offerta dalla banca è molto esaustiva e spiega che la Carta Commercial è pensata per i clienti cosiddetti business che possono essere sia i liberi professionisti, sia le imprese (piccole, medie o grandi che siano), ma anche gli artigiani e i commercianti.

Per la Banca dell’Adriatico è importante mettere a loro disposizione una carta in grado di gestire le spese aziendali, di tenerle sotto controllo, dalla grande capacità di spesa. Non a caso il plafond mensile è di 50 mila euro.

L’addebito è posticipato nel senso che le spese fatte con la carta sono addebitate sul conto il 28esimo giorno del mese successivo a quello in cui è fatta la spesa.

Interessante come le imprese e i professionisti che hanno dei dipendenti o dei collaboratori, possano chiedere l’emissione della Carta Commercial anche per loro.

La carta ha una validità di 3 anni e costa 48 euro sia per il titolare, sia per il dipendente. Per scoprire i dettagli dell’offerta di Banca dell’Adriatico e tutti i costi si consiglia di visionare il sito internet dell’istituto di credito.

Il rischio di un patrimonio finanziario

 Qualunque sia il tipo di investimento che si decide per il proprio patrimonio finanziario, si corre sempre un rischio, che può essere alto o basso. Se il rischio di un investimento è alto anche il rendimento atteso lo sarà, di contro ad un basso rischio si associa un rendimento sicuro ma di piccole dimensioni.

Inoltre, maggiore è l’orizzonte temporale di riferimento, più sarà difficile stabilire con certezza il rendimento di un’attività finanziaria. In finanza si ricorre a determinati strumenti che permettono di misurare, anche se mai in maniera assolutamente precisa, il rischio di un patrimonio in base agli obiettivi che ci si è posti per quel determinato patrimonio.

Per fare una stima del rischio va considerato che, anche se si tratta di investimenti sicuri, la probabilità che gli obiettivi di rendimento non siano raggiunti e, nel caso accada, a quanto ammonta la differenza tra l’obiettivo prefissato e il rendimento reale.

I consulenti del risparmio gestito possono conoscere il livello di rischio con il calcolo dell’indicatore di rischio, che avviene sulla base di modelli di simulazione. Ad ogni modello corrisponde un rendimento atteso in base all’ammontare del capitale investito e alla scelta delle attività finanziarie, che l’investitore può valutare in base alle sue esigenze e al suo profilo.

Scelta del patrimonio finanziario in base al reddito

 Il livello del reddito da lavoro di un individuo, sia quello presente che quello atteso per il futuro, è una delle variabili da tenere in considerazione nella scelta dell’allocazione finanziaria del patrimonio disponibile per gli investimenti.

Il suo ammontare, infatti, determina quanto di questo patrimonio può essere investito in titoli a lunga scadenza (che no danno rendimenti immediati) e quanto, invece, deve essere utilizzato per investimenti più a breve termine (che però possono essere maggiormente rischiosi).

Ad influire sulla scelta del patrimonio finanziario oltre al livello di reddito, concorre anche la tipologia di reddito. Il reddito, infatti, soprattutto alcune sue tipologie, tendono a muoversi in maniera coordinata con le altre variabili dei mercati finanziari. Per coloro che, ad esempio, ricevono una parte di stipendio in titoli azionari, investire nelle stesse attività finanziarie significa sottoporre i propri risparmi e redditi ad un rischio molto alto (al quale corrisponde, di contro, anche un possibile rendimento molto alto).

Lo stesso vale per coloro il cui reddito, invece, rimane stabile nel tempo. Sulla base del principio della differenziazione del portafogli per la diminuzione del rischio degli investimenti, livello e tipologie di reddito (che possono essere definite anche come capitale umano dell’investimento) sono variabili che influiscono in maniera determinante per fare una scelta oculata del patrimonio, che sia stabile e duratura sul lungo periodo.

Cosa tenere in considerazione nella scelta dell’allocazione del patrimonio

 Un qualsiasi patrimonio finanziario è, per sua stessa natura, soggetto ad aumenti e diminuzioni del suo ammontare. Può aumentare quando vi si aggiungono i redditi provenienti dal lavoro e può diminuire per le spese di consumo.

Allo stesso modo ogni capitale è soggetto a delle fluttuazioni quando questo è investito, a causa dei redditi da capitale e dalle variazioni del valore di mercato delle varie attività in cui è suddiviso.

Date queste premesse, è importante che ogni investitore si renda conto che è difficile quantificare il rendimento annuo di un patrimonio con certezza, perché da un lato, a prescindere dal tipo di titoli su cui si è deciso di investire, il reddito e/o il valore di mercato di fine periodo di tali scelte non può essere definito con certezza, dall’altro perché gli investimenti non devono essere programmati solo in base al rendimento alla fine del periodo, ma vanno scelti in un’ottica di più ampio respiro, che vada a considerare anche i rendimenti degli anni futuri.

La prima variabile può essere controllata in modo più o meno efficace attraverso la scelta dei titoli: quelli meno rischiosi danno un rendimento minore ma più sicuro, quelli più rischiosi, per contro, hanno maggiori possibilità di alti rendimenti, come anche possibilità di perdita totale del patrimonio investito.

Il migliore investimento, quindi, è quello in cui le due variabili sono entrambe prese in considerazione e valutate in base all’ammontare del patrimonio investito, alle esigenze di spesa dell’investitore e al suo specifico profilo rischio/rendimento.

Il risparmio gestito e i mercati finanziari

 Quando un individuo si trova a gestire un patrimonio si trova, nel caso in cui decida di investirlo per aumentarne l’ammontare, a doversi confrontare con i mercati finanziari. Attraverso le contrattazioni finanziarie, infatti, l’individuo che è in possesso di un patrimonio può fare in modo che questo cresca, nonostante gli esborsi che si devono fare per la gestione delle spese.

Il problema fondamentale, quindi, per chi vuole investire i patrimoni, è quello di trovare la giusta allocazione finanziaria che deve essere decisa in base alla situazione patrimoniale, di reddito e di consumo del singolo individuo e del suo nucleo famigliare.

L’allocazione finanziaria, quindi, non può essere una scelta basata solo sulle informazioni che può avere l’investitore privato, che potrebbe anche non essere in grado di decifrare le informazioni che vengono dai mercati. La soluzione migliore, quando si decide per l’investimento, è quella di delegare la gestione del patrimonio a organismi (che possono essere di diversa natura, come i fondi pensione o i fondi immobiliari) gestiti da professionisti del settore.

Saranno loro, quindi, a fare la scelta migliore dell’allocazione del patrimonio nei mercati finanziari, in modo che si possano ottenere determinati flussi di cassa futuri in determinati scenari futuri, grazie ad una scelta razionale e cosciente  della composizione del portafogli di investimento.

Project Bond, modifiche pesanti

Gli emendamenti presentati dai relatori del decreto legge sullo sviluppo (Simona Vicari del Pdl e Filippo Bubbico del Pd) presentano molte novità riguardanti infrastrutture e appalti.

Gli emendamenti sono densi di proposte, quali ad esempio quella della norma che abbassa da 500 a 100 milioni la soglia per il credito di imposta a vantaggio delle opere finanziate con capitali esclusivamente privati.

Nei giorni scorsi il Viceministro alle Infrastrutture Mario Ciaccia ha rivelato che il Governo è disponibile a procedere in questa direzione.

L’annuncio di Ciaccia segue alle richieste di Confindustria circa l’allargamento del bacino delle opere che possono trarre vantaggio dalle agevolazioni.

La commissione Bilancio commenta così:

“L’emendamento risulta suscettibile di deterrminare maggiori oneri e non si può escludere qualche ulteriore aggiustamento”.

Intanto, in Commissione Industria sono arrivate pesanti modifiche sul Project Bond. La disciplina sembrava dovesse partire già da tempo. Invece, dopo tre interventi in dodici mesi, il piano è stato riaperto con dei cambiamenti significativi. Tra questi c’è il fatto che anche le reti tlc dovranno sottostare alle obbligazioni. Vengono inoltre escluse le opere ‘brownfield‘.. Si tratta di opere già realizzate o in corso di realizzazione per cui l’emissione del bond serve a rifinanziare il debito già prodotto in precedenza per sostenere l’intervento.

 

Congedo a ore per i lavoratori in attesa di figli

Buone notizie per i lavoratori che aspettano un bebè. Saranno previsti dei congedi parentali su base oraria, a patto che costoro indichino anzitempo al proprio datore di lavoro inizio e fine del periodo di congedo.

Se ne parla in particolar modo all’interno dell’articolo 17 dello schema di Dl. Il Governo vuole pubblicare l’accordo quadro in materia di congedo parentale inteso nella direttiva n. 18 del 2010. Direttiva che ancora non è stata attuata in Italia.

Gli esperti spiegano così la direttiva:

“Le norme messe a punto dall’Esecutivo intervengono direttamente sul testo unico in materia di maternità e prevedono, in base all’accordo quadro comune, la possibilità di poter fruire del congedo parentale anche su base oraria. Non solo. Come detto il lavoratore all’atto della presentazione della domanda di congedo dovrà indicare al datore di lavoro l’inizio e la fine del periodo di congedo. Allo stesso tempo lavoratore e datore potranno comunque mantenersi in contatto durante il periodo di congedo, anche al fine di concordare adeguate misure di ripresa dell’attività lavorativa, tenendo conto di quanto eventualmente previsto dalla contrattazione collettiva. E le parti potranno concordare anche forme di ripresa differenti e ulteriori rispetto alla trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale”.

 

Sviluppo Bis, passi in avanti sul decreto

Il decreto sviluppo bis ha fatto alcuni passi in avanti durante la scorsa notte. La Commissione Industria al Senato ha preparato il campo per la fiducia in Aula prevista per oggi, riguardante la proroga trentennale delle concessioni balneari. Oggi si vota.

Sono state bocciate alcune proposte, quali:

proroga di dodici mesi degli incentivi per il solare fotovoltaico;

estensione ai professionisti delle misure su certificazione;

compensazione dei crediti con enti locali, regioni ed enti sanitari.

Per quanto riguarda il prolungamento al 2045 delle spiagge Pd e Pdl provano a difendere a spada tratta la proposta, ma Governo e Unione Europea continuano ad opporsi.

Nel frattempo c’è chi pensa già ad un nuovo pacchetto di proposte. I relatori e il governo pensano ad equiparare le regole di distribuizione e vendita delle sigarette tradizionali e di quelle elettroniche.

Si pensa inoltre all’avvio dei libri in versione digitale o mista nelle scuole di primo e secondo grado (a partire dalla prima classe). Un esperimento, questo, che partirà con l’inizio del prossimo anno scolastico.

Intanto torna in auge l’idea di istituire l’Agenzia per la gestione dei Fondi Ue. Durante l’esame del disegno di legge sulla stabilità, però, tale misura era stata dichiarata impossibile da disciplinare.

Se andasse in porto il Ministero dello Sviluppo economico risulterebbe ancor di più ridimensionato.