Paradisi fiscali, Singapore fuori dalla Black List

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La bozza della Legge di Stabilità prevede l’esclusione di Singapore dalla lista nera dei Pasi aventi fiscalità privilegiata. Ad annunciarlo è il Governo, intervenendo per alimentare i provvedimenti nei confronti dello Stato già sanzionato in precedenza per determinate operazioni. Tra queste quelle realizzate di concerto con Banca Centrale e organi che detengono le riserve ufficiali. Le aziende italiane che hanno investito a Singapore ora dovranno affrontare il mare magnum della burocrazia per giustificare la loro presenza in zona. Presenza che può essere definita come ‘strategica’ per accedere ai mercati asiatici.

La lista nera è un elenco che i singoli Paesi stilano a livello nazionale e che l’OCSE stila a livello internazionale, all’interno del quale sono inclusi gli Stati che hanno regimi fiscali agevolati. Parliamo, pertanto, dei cosiddetti ‘paradisi fiscali’. L’Italia considera rientranti in questa categoria i Paesi fuori dall’Ue che hanno:

– un livello di tassazione molto più basso rispetto a quello applicato nel nostro Paese;

– mancanza di adeguato scambio di informazioni;

In base a questi due criteri è possibile discernere gli Stati e contenerli in tre differenzi black list:

– Persone fisiche;

– Black list Controlled Foreign Comanies;

– Black list indeducibilità comonenti negativi di reddito.

I Paesi con tassazione bassa o inesistente sono monitorati dall’Amministrazione finanziaria, che controlla le loro attività economiche per contrastare le frodi.

Il presidente della Camera di Commercio italiana a Singapore, Donato, commenta:

Siamo molto soddisfatti per la presa di posizione del Presidente del Consiglio e dello sblocco di una situazione che si faticava a comprendere per un paese come Singapore, terzo Pil pro capite al mondo davanti a Norvegia e Stati Uniti e quarto centro finanziario a livello globale nonché centro logistico e portuale del Sud Est asiatico, inserito in una lista che comprende paesi come Bahamas, Cayman o Vergin Island, caratterizzati da un peso economico diverso e da un regime fiscale decisamente più agevolato.

 

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