Pensioni, dipendenti pubblici in prepensionamento con le vecchie regole

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 È necessaria una riforma unitaria, forse quella presunta legge universale annunciata tempo fa dal ministro Poletti, che avrebbe dovuto includere anche la soluzione strutturale per gli esodati, ma  scomparsa, visto che non se ne sente più parlare. Il concetto era quello di prospettare soluzioni di pensione anticipata per tutti, uomini e donne, lavoratori dipendenti pubblici e privati, soluzioni su cui si discute ormai da mesi ma mai concretamente convertitesi da ipotesi a realtà. E quindi si è preferito muoversi in maniera diversa, con singoli provvedimenti, come quello dell’ erogazione di 51,8 milioni di euro in 6 anni per facilitare il prepensionamento dei giornalisti nelle aziende in crisi.

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Tale misura è inserita in un emendamento alla riforma della Pubblica Amministrazione che prevede che ci sia l’assunzione di un giornalista a tempo indeterminato per ogni 3 prepensionamenti. Altro esempio cui rifarsi è quello dei prepensionamenti intrapresi dal presidente della Regione Sicilia, Crocetta, e inoltre l’idea di introdurre un contributo straordinario sulle pensioni più alte. Questa è in realtà una misura ancora allo studio e non risolta da cui però ci si aspettano molti risparmi.

Per quel che è inerente invece ai prepensionamenti, è stato dato il via libera alla possibilità per i dipendenti pubblici di andare pensione rifacendosi  alle vecchie regole pensionistiche e cioè con quota 97, frutto della somma tra età anagrafica e anzianità di servizio. Tale meccanismo, farà sì che i dipendenti regionali potranno andare in pensione a 58 anni con 39 anni di contributi, a 59 anni con 38 anni di contributi e a 60 anni con 37 anni di contribuzione.

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