Per vivere bene l’amore conta più dei soldi

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Per vivere bene l’amore conta più dei soldi. Le relazioni personali supportano il livello di felicità degli italiani, mentre le tasche vuote suscitano più di una preoccupazione.

E’ questa la fotografia di Eurostat sulla qualità della vita, nella quale si espande lo spettro di informazioni tradizionalmente pubblicato in occasione della giornata della Felicità di marzo. Una fotografia per certi versi inaspettata, senza dubbio fuori dal classico clichet de “i soldi fanno la felicità”. Eppure, è così secondo l’ente.

Gli indicatori sono multidimensionali e concernenti principalmente otto aspetti, cui si aggiunge l’indice generale: si va dal lavoro e l’attività produttiva alle interazioni sociali, passando per salute, educazione, piacere, sicurezza economica e fisica, diritti, ambiente.

La pagella della vita nel Vecchio continente parla così di un punteggio di 7,1 punti, mentre l’Italia si trova a 6,7. I più felici danno voto 8 alla loro vita: danesi, finlandesi, svedesi e svizzeri. I tedeschi si danno 7,3, i francesi 7 e gli spagnoli 6,9.

La statistica rompe così il mito del Belpaese, quello dove le cose faticano a funzionare “ma alla fine si vive bene”. Come accade per la Penisola, in quasi tutti i Paesi le relazioni interpersonali sono la voce che riceve il punteggio maggiore: la media è 7,8 otto, che in Italia diventa 7,3. Tra i Paesi Ue, i più contenti delle loro relazioni sono gli irlandesi (8,6), seguiti da Danimarca ed Austria (8,5) e quindi Malta (8,4). Ci sono altre eccezioni: il Belgio e Finlandia, ad esempio, l’eccellenza è rappresentata dalla sistemazione abitativa, in Bulgaria le relazioni scendono sotto l’abitazione, il lavoro e anche dal tempo dedicato al pendolarismo, in Svezia la palma va alla soddisfazione relativamente all’ambiente e agli aspetti ricreativi.

 

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