Scatta la sanzione sui prelievi ingiustificati dei contribuenti

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Sta per diventare legge la misura prevista dalla delega fiscale per la lotta all’evasione. Sembra che i prelevamenti in contanti effettuati da professionisti e partite IVA dovranno sempre essere giustificati oppure ci si può già aspettare una belle sanzione. Un vecchio provvedimento aveva già preso il torno per le corna. Questa normativa è soltanto una versione corretta di un provvedimento precedente introdotto dal Governo Berlusconi 10 anni fa nel 2015. Allora erano stati previsti accertamenti fiscali sui prelievi “se il contribuente non ne indica il soggetto beneficiario e sempre che non risultino dalle scritture contabili, i prelievi o gli importi riscossi nell’ambito dei predetti rapporti od operazioni”.

L’ira delle partite IVA rispetto all’uso del bancomat raccontata da Il Giornale

Il principio di base che adesso sembra ispirare la riforma, è stato dichiarato incostituzionale dopo una sentenza dei giudici della Corte Costituzionale che avevano dato ragione a un contribuente sorpreso a prelevare in un anno cinquantamila euro. La stessa sentenza aveva stabilito quindi l’illegittimità della presunzione secondo cui i prelievi non giustificati degli esercenti arti e professioni costituissero compensi evasi.

Le sanzioni, prevedendo dal 10 al 50% del prelievo bancomat su conti correnti bancari e postali, nel caso in cui i titolari sottoposti ad accertamento non riuscissero a dimostrare al fisco attraverso giustificativi l’uso fatto del cash. La sanzione sarà comunque proporzionale alla capacità contributiva del soggetto che ha prelevato una quantità di contante non adeguata al suo “status di contribuente”.

Una legge di questo tipo non poteva che essere immediatamente ribattezzata in “tassa sui bancomat” anche se il suo obiettivo è rilevare eventuali scostamenti tra il tenore di vita del contribuente e quanto dichiarato al fisco. Se il tenore di vita si dimostrerà anche con le operazioni bancomat, lo Stato potrà controllare e presumere che ci siano prelievi legati a ricavi in “nero”, ma arrivando direttamente alla sanzione.

 

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