Stress test banche Eurozona, a cosa servono

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 Sono trascorsi tre anni dai primi stress test fatti per determinare il livello di robustezza delle banche a probabili shock finanziari.

La crisi del debito in Eurozona era all’apice e la Banca Centrale Europea aveva garantito che non si sarebbe più verificato che un Istituto di credito minacciasse la salute della finanza europea. Oggi, l’Eurotower si prepara a condurne altri con criteri e metodiche molto diverse e, particolarmente, con un più grande rigore. Non soltanto perché le banche sotto esame sono 37 in più (128 contro le 91 della prima volta, che stabilì la bocciatura di soli otto Istituti), ma anche perché gli stress test saranno solo un facciata della review.

Verità e bugie sugli stress test delle banche Europee

I nuovi esami fanno parte in realtà di quella che la BCE denomina valutazione approfondita, che comprende sia gli stress test che un’analisi sulla qualità degli attivi delle banche. Da Francoforte hanno comunicato che i risultati finali della valutazione approfondita saranno diffusi a metà ottobre. Le banche saranno messe al corrente sui risultati finali completi solo poco prima della loro trasmissione ai mercati. A novembre, invece, gli Istituti di credito dovranno sottoporre i loro piani di capitalizzazione al Meccanismo di Vigilanza Unico (MVU).

Con gli stress test, saranno valutati anzitutto la qualità degli attivi che verranno utilizzati per aggiustare il punto di partenza della prova di stress. La metodologia di questi esami verrà resa nota nella prima metà di agosto. A condurre tali esami saranno sia le banche che una serie di esperti guidati a livello centrale presso la BCE.

 

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