I milionari? Si sono trasferiti in Asia

Paperon De Paperoni abita ancora Nord America. In questa parte del mondo è ancora concentrato il più alto patrimonio del globo, tuttavia in termini assoluti la regione con il più alto numero di milionari è l’Asia.

Al 5% famiglie più abbienti il 30% della ricchezza

Mentre scopriamo che esiste una nuova generazione di pensionati più poveri che in passato e mentre scopriamo che al diminuire dei pensionati, cresce la spesa fatta per questi cittadini che si sono ritirati dal lavoro, dobbiamo prendere nota della distribuzione della ricchezza  nel nostro Paese. 

Ricchezza globale, calo dei patrimoni

Durante l’ultimo anno i patrimoni nel mondo sono scesi del 4,7%, per la prima volta. Il calo è legato all’apprezzamento del dollaro che ha piallato i patrimoni in altre valute. A tassi costanti, invece, tra il 2014 e il 2015 la ricchezza nel periodo sarebbe aumentata di 13mila miliardi.

Perché l’uomo più ricco del mondo vive in una casa vecchia

Forse nel riuso, nell’evitare spese sconsiderate, si nasconde il vero segreto della ricchezza, non di quella interiore ma di quella economica. Se ci fossero dubbi su questo non saremmo qui a raccontare di uno degli uomini più ricchi del mondo.

Nella classifica dei miliardari l’Italia guadagna posti

Per i poveri lavoratori, o per i lavoratori poveri, per i precari, per i nullatenenti e per chi sta sperimentando la disoccupazione suo malgrado, la crisi ha un effetto devastante. Ma per i miliardari la situazione è diversa, nel mondo come in Italia. Nel nostro paese i miliardari sono addirittura in aumento.

Le donne italiane sono più povere degli uomini

 Le donne italiane non possono contare sulla stessa stabilità economica degli uomini. A rivelarlo una ricerca dell’Istituto Red Sintesi sui dati della Banca d’Italia, e questo pur essendo mediamente più istruite.

Situazione, questa, che è andata aggravandosi dall’inizio della crisi.

Sempre più ampio il distacco tra i ‘ricchi’ e il resto della popolazione italiana

 Il trascorrere del tempo e la perdurante crisi hanno reso sempre più grande il divario tra i ‘paperoni’ italiani, un piccolo gruppo di persone che figura anche nelle liste degli uomini più ricchi del mondo, e il resto degli abitanti della penisola che vedono restringersi sempre di più il patrimonio a loro disposizione.

Secondo il Censis i ‘paperoni’ italiani sono una decina, e il loro patrimonio è di 75 miliardi di euro, una quota pari a quanto dispongono più di 500mila famiglia di operai.

Con la crisi crescono le diseguaglianze

 In base al rapporto 2010-2012 di Bankitalia sui bilanci delle famiglie, nel 2012 la percentuale di famiglie sulla soglia di povertà si è portata al 16% contro il 14% del 2010. La soglia di povertà è definita dal limite di un reddito individuale netto di 7.678 euro o di 15.300 euro per una famiglia di 3 persone. La crisi ha quindi eroso il reddito familiare medio in termini nominali nella misura del 7,3%, e ha inciso negativamente sulla ricchezza media per il 6,9%.

La distribuzione dei redditi risulta molto sbilanciata in Italia: il 50% delle famiglie non supera il reddito di 2.000 euro al mese e, più nel dettaglio, solo la metà delle famiglie ha un reddito annuo superiore ai 24.590 euro (circa 2.000 euro al mese), mentre un 20% può disporre solo di un reddito inferiore ai 14.457 euro (1.200 euro al mese). Di contro, il 10% delle famiglie della fascia economica superiore guadagna oltre 55.211 euro all’anno.

 

Il turismo italiano verso l’uscita dalla crisi economica

 

Il 35,8% delle famiglie ritiene insufficienti le proprie entrate, un trend in salita rispetto alle percentuali del 2010 (29,9%) e del 2004 (24,3%). Parallelamente sono scese al 32,3% le famiglie che giudicano sufficiente il proprio reddito: erano il 37,1% nel 2004, il 39% nel 2010.

L’aliquota di famiglie indebitate rimane invece sostanzialmente stabile nel periodo: sono il 26,1% contro il 27,7% del 2010. L’importo medio del debito familiare è di circa 51.000 euro.

L’indebitamento, in linea con gli anni precedenti, è più diffuso tra le famiglie a reddito medio-superiore, che hanno maggior facilità di accesso al credito,con capofamiglia di età inferiore ai 55 anni, libero professionista, con alto titolo di studio. Le passività sono rappresentate in massima parte dai mutui per l’acquisto e la ristrutturazione di abitazioni, per un importo medio di 75.000 euro.

 

Calo dei consumi e meno risparmio per le famiglie italiane

 La crisi economica che ancora permane in Italia sta portando i cittadini a un cambio di abitudini. La prima cosa che sembra cambiare sono i consumi, in calo un po’ tutti con gli italiani che stanno imparando a riciclare in molti ambiti.

Le famiglie hanno tagliato i consumi anche per quanto riguarda alimentari e benzina per ridurre le spese. Quello che stanno facendo le famiglie è un po’ come quello che accade nel governo, con la regola che è l’austerity e il risparmio sulle spese superflue.

Nel 2012, i dati mostrano una ricchezza che è calata di 51 miliardi di euro. Lo ha mostrato la banca d’Italia nel rapporto presentato a dicembre. La ricchezza netta delle famiglie nel 2012 è di circa 8.542 miliardi di euro, lo 0,6% in meno nel confronto con l’anno precedente che corrisponde appunto a circa 51 miliardi di euro. Il dato in termini reali mostra un calo che è maggiore del 2,9% e che considera l’aumento dei prezzi.

 

I consumi tornano a calare

 

La ricchezza delle famiglie italiana è scesa del 9% nel periodo che va dal 2007 al 2012. Nel primo trimestre del 2013 si prevedono ulteriori cali.

Nel 2012 è calato anche il risparmio delle famiglie italiane in termini nominali. Questi è di 36 miliardi di euro, mentre circa 10 anni fa era di 100 miliardi di euro. Il rapporto ricchezza netta/reddito disponibile è a 7,87 contro l’8,14 dell’anno precedente. Il rapporto è sempre buono se confrontato con quello di altri Paesi come la Germania, con il rapporto a 6,27, e gli Stati Uniti, con il rapporto a 5,25. Il rapporto tra le attività finanziarie e il reddito disponibili in Italia è invece meno sviluppato che negli altri Paesi. In Italia è a 3,22, negli Stati Uniti a 4,38 e in Giappone a 5,27.