La Camusso chiede nuovi ammortizzatori sociali

 In una intervista rilasciata a “Repubblica”, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito al futuro piano dal Governo Letta per il rilancio dell’ occupazione giovanile.

Secondo la Camusso l’ Italia si trova al momento in una situazione del tutto particolare, una situazione che in passato non si era mai verificata. Il Paese esce, infatti, da cinque anni consecutivi di recessione, e dunque, in queste condizioni, la priorità del Governo non dovrebbe essere tanto quella di limitare, come annunciato, i vincoli dei contratti a tempo determinato, ma quella di garantire ai lavoratori una maggiore quantità di ammortizzatori sociali.

> 9 milioni di disoccupati nel 2012, per la CGIL si tratta di un anno nero

La ripresa dell’ occupazione è certo un problema successivo, ma per far ripartire le assunzioni sono allora necessari numerosi e maggiori investimenti: in un paese in recessione, infatti, il lavoro va creato, è ciò potrebbe essere certo favorito da una fiscalità più vantaggiosa per chi assume. Anche se, anche i questo caso, non si dovrebbe proporre degli sgravi a pioggia, che sarebbero risolutivi solo per un tempo limitato.

Per Squinzi è necessario detassare il costo del lavoro

Quanto al fenomeno degli stage, poi, il segretario aggiunge che nei contratti formativi deve rimanere sempre prioritaria una ottica di stabilizzazione del contratto di lavoro e non l’ idea di far lavorare il personale a costo zero.

Susanna Camusso cerca l’accordo con Confindustria

 Susanna Camusso, leader della CGIL, da Verona lancia un accorato appello a tutti i sindacati, alla Confindustria e a tutte le altre associazioni di impresa italiane per intavolare un dialogo costruttivo che possa porre le basi per la creazione di nuovo lavoro in Italia.

► Susanna Camusso chiede di detassare gli stipendi prima dell’estate

Gli ultimi dati sulla disoccupazione in Italia, soprattutto la disoccupazione giovanile, parlano chiaro: sono troppe le famiglie e i giovani che si trovano senza un lavoro. Senza il lavoro l’economia del paese non ha nessuna speranza di uscire dalla crisi economica che la attanaglia ormai da troppo tempo e all’inasprimento della quale hanno contribuito anche le incertezze della politica.

Per questo la Camusso invita a cercare un dialogo che possa portare ad un accordo tra tutte le parti in causa e che dia, anche, un’idea del futuro del paese. I progetti, per la Camusso, devono essere a lungo termine e non solo sanatorie di situazioni di emergenza.

► Susanna Camusso lancia allarme per mancanza fondi cassa integrazione

Le risorse ci sono. Ciò che è importante, e in questo la Camusso dà una chiara idea della sua posizione a riguardo, è la non cancellazione dell’Imu. Sebbene sia una tassa che crea delle difficoltà alle famiglie e che per questo andrebbe rivista, la sua cancellazione sottrarrebbe risorse fondamentali per il lavoro.

Sindacati uniti per chiedere al governo fondi per la cassa integrazione

 I tempi sono stretti ed è necessario che il Governo trovi presto i fondi per la cassa integrazione. A rischio ci sono ben mezzo milione di italiani che potrebbero non ricevere l’assegno dovuto già a partire dal mese di giugno.

► Susanna Camusso lancia allarme per mancanza fondi cassa integrazione

Sono tutti concordi con quanto detto in questi giorni da Susanna Camusso, che ha lanciato al governo un allarme per la mancanza di fondi per la CIG. Un coro unanime quello che si è levato da Montecitorio durante la manifestazione indetta da tutte le firme sindacali.

Erano presenti, infatti, Cgil, Cisl, Uil e Ugl a chiedere al governo una risposta certa e definitiva perché non si possono lasciare migliaia di persone senza certezze sul proprio futuro.

La stessa Camusso, quasi in risposta al Ministro Fornero che si è detta pronta ad impegnarsi a trovare almeno 1 miliardo di euro per la cassa integrazione, ha chiarito che la somma necessaria sarà per sostenere tutti gli ammortizzatori sociali è di circa 2,7 miliardi di euro, dei quali uno e mezzo per la cassa integrazione in deroga.

► Anche la Fornero è preoccupata per la cassa integrazione

I soldi per la cassa integrazione devono essere predisposti nel Def, hanno detto, ma non devono essere tolti dalle risorse stanziate per il lavoro, ma si devono reperire con il rinvio delle spese militare previste dal documento e con il pagamento delle tasse su rendite finanziarie e grandi capitali.

 

Anche la Fornero è preoccupata per la cassa integrazione

 Susanna Camusso, leader della CGIL, ha lanciato un forte allarme per quanto riguarda la mancanza di fondi per la copertura della richiesta delle ore di cassa integrazione.

► Susanna Camusso lancia allarme per mancanza fondi cassa integrazione

Secondo il segretario, infatti, c’è la concreta possibilità che molti lavoratori, si stima che possano essere fino a mezzo milione, non vedranno rispettato il loro diritto allo stipendio e in molte regioni d’Italia i fondi di copertura basteranno  a malapena fino a giugno.

Un accorato appello al quale ha fatto seguito anche quello del ministro del welfare Elsa Fornero, intervenuta al Gr1 Rai. Il ministro uscente ha detto che si impegnerà per trovare almeno un altro miliardo di euro da destinare al finanziamento della cassa integrazione ma anche che questa somma potrebbe non essere sufficiente.

Il piano, secondo quanto dichiarato dal Ministro, è già in preparazione e per domani pomeriggio è stata prevista una convocazione straordinaria per le parti sociali, Regioni e governo. I tempi sono stretti e il governo tecnico è in carica solo per questioni di ordinaria amministrazione, ma questo non ha frenato il ministro del welfare nell’assumersi le sue responsabilità e nel cercare una soluzione.

La Fornero ha anche escluso che si possa rendere necessaria un’altra manovra, ma che potrebbe essere sufficiente la riduzione di qualche spesa.

► Ancora record di cassa integrazione a marzo 2013

Inoltre il ministro ha fatto anche appello alle attuali forze politiche in Parlamento perché raggiungano al più presto un accordo:

Qualche volta l’impressione è un po’ negativa. Mi sembra che siano ancora molto concentrate su questioni più legate ai partiti e alla loro stessa esistenza e evoluzione piuttosto che ai problemi del Paese.

Susanna Camusso lancia allarme per mancanza fondi cassa integrazione

 Queste sono state le parole disperate del segretario generale della CGIL Susanna Camusso per quanto riguarda i fondi disponibili per la cassa integrazione.

► Ancora record di cassa integrazione a marzo 2013

Secondo la Camusso, che è intervenuta sul’argomento a SkyTg24, dato l’aumento della richiesta di ore di cassa integrazione in deroga che è stato rilevato dall’inizio del 2013, i fondi a disposizione delle regioni stanno per terminare e c’è il concreto rischio che oltre mezzo milione di italiani possano restare senza.

In alcuni casi le regioni hanno fondi a disposizione solo fino a giugno.

Susanna Camusso non ha mancato anche di evidenziare quanto chiesto al Governo a dicembre:

Purtroppo i primi mesi del 2013 hanno determinato un’ulteriore accelerazione della crisi e della difficoltà.  Ed è quello che avevamo tentato di dire al Governo a dicembre: non prevedete una riduzione della spesa sulla Cig in deroga perché ne avremo bisogno. In qualche Regione siamo già arrivati all’esaurimento dei fondi e non è neanche detto che in alcune regioni si arrivi a giugno.

La mancanza di fondi per la cassa integrazione non è solo un problema perché se non si trovano i fondi non verrà rispettato il diritto al reddito dei lavoratori, ma anche perché si potrebbe creare un’ulteriore riduzione dei consumi e, conseguentemente, della produzione.

► 9 milioni di disoccupati nel 2012, per la CGIL si tratta di un anno nero

Una stoccata, questa, rivolta direttamente al Governo Monti che, secondo il segretario, non ha avuto il coraggio di fare quanto andava fatto, come il pagamento delle pensioni d’oro e delle alte retribuzioni in titoli di Stato e la tassazione sui patrimoni.

 

 

Susanna Camusso chiede di detassare gli stipendi prima dell’estate

 Sono 600 ogni anno gli euro che vengono sottratti agli stipendi degli italiani per far fronte alle richieste sempre più esose del fisco e al continuo crescere dell’inflazione. È quanto emerge dai dati del rapporto La dinamica salariale tra inflazione, federalismo e fiscal drag curato da Cer (Centro Europa ricerche), dalla Fondazione Di Vittorio e dall’Ires Cgil.

► 9 milioni di disoccupati nel 2012, per la CGIL si tratta di un anno nero

Alla presentazione era presente anche Susanna Camusso, segretario della CGIL, la quale, data questa situazione così complicata, propone di trovare delle soluzioni immediate per aiutare le fasce della popolazione che si trovano in difficoltà.

Susanna Camusso propone una soluzione temporanea, che può arginare il problema nell’immediato, prima che le condizioni siano favorevoli a mettere in atto un piano organico e strutturato: la detassazione di una mensilità per i lavoratori dipendenti prima dell’estate:

Prima dell’estate venga data una restituzione del tanto prelievo fiscale che c’è stato: non tassare o tassare meno una mensilità, prima dell’estate, per dare due soldi alle famiglie per andare in ferie.

Più facile a dirsi che a farsi. Come anche la seconda soluzione proposta dal segretario, ovvero quella di ripristinare la norma sul fiscal drag così com’era prima del 1985, in modo che le variazioni dell’inflazione non incidano sullo stipendio.

 

► Camusso giudica negativamente il primo anno di Governo Monti

Poi la Camusso si rivolge direttamente al prossimo governo chiedendo una seria riforma fiscale:

Serve più equità e redistribuzione. Oggi la tassazione avviene solo sui redditi certi e visibili, non sui grandi patrimoni. Le tasse non possono essere sempre il combinato tra Irpef e Iva, bisogna spostare la tassazione su ciò che è meno tassato. Va evitata la perdita di ulteriore potere d’acquisto.

600 euro di stipendio perso ogni anno a causa delle tasse

 Inflazione e fisco stanno mettendo in ginocchio gli italiani. La loro azione sugli stipendi degli italiani continua inesorabilmente portando a perdite di centinaia di euro ogni anno.

► L’inflazione pesa più dell’Imu

E’ quanto emerge dal rapporto La dinamica salariale tra inflazione, federalismo e fiscal drag curato da Cer (Centro Europa ricerche), dalla Fondazione Di Vittorio e dall’Ires Cgil. Il rapporto è stato presentato questa mattina alla presenza del segretario della Cgil Susanna Camusso.

Il periodo che è stato preso in considerazione nel rapporto è quello che va dal 2001 al 2013: i dati mostrano come in questo decennio abbondante ci siano stati diversi profili temporali, un primo, tra il 2001 e il 2007, durante il quale gli stipendi sono cresciuti anche di 5 punti ogni anno, seguito da una seconda fase, dal 2007 e il 2013 in cui la crescita è stata sempre negativa.

Prendendo in considerazione tutte le variabili del caso gli stipendi degli italiani hanno mostrato una flessione di oltre l’1% nell’arco di dodici anni.

Gli stipendi di italiani tra i più bassi d’Europa

A pesare sui salari il prelievo fiscale, tra mancate correzioni e inasprimenti delle addizionali regionali e comunali, che ha portato alla triplicazione delle imposte sui salari per un prelievo ingiustificato che alla fine di quest’anni supererà i 10 miliardi di euro.

L’aumento contributivo, in termini di soldi e non di percentuali, è stato di 500 euro all’anno per i single e di ben 600 per le persone sposate.

9 milioni di disoccupati nel 2012, per la CGIL si tratta di un anno nero

 Il Centro Studi della CGIL ha rilasciato i dati sulla disoccupazione italiana nel 2012, dati che hanno immediatamente allarmato Susanna Camusso, il segretario generale del sindacato. 9 milioni di persone in difficoltà, un numero enorme in cui rientrano tutti i senza lavoro, compresi disoccupati, scoraggiati, cassintegrati e lavoratori precari.

► L’Ilva chiede la cassa integrazione per circa 6.500 dipendenti

La Camusso lancia così il suo allarme, che si rivolge in prima istanza al problema delle tutele. In questa Italia di tagli, infatti, anche le tutele ai lavoratori spesso finiscono per essere ignorate, quando invece sono essenziali per

la crescita dell’impresa e del Paese. Dobbiamo cercare di ricostruire una capacità di retribuzione del lavoro che permetta alle persone di non sentirsi povere e precarie, ma di essere in grado di progettare la loro vita

Il segretario della CGIL parla di un paese in cui si è dimenticata la relazione fondamentale che esiste tra lavoro e dignità, e il recupero di questa condizione è l’unico modo perché il Paese possa iniziare davvero il percorso verso la ricostruzione di se stesso e di una unità popolare che si sta perdendo.

Il disagio lavorativo colpisce 9 milioni di italiani, tutte persone che vorrebbero lavorare ma che non trovano sbocchi. Solo negli ultimi tre mesi del 2012 sono andati persi quasi 200mila posti di lavoro, con un tasso di disoccupazione che è risalito ai livelli di 14 anni fa.

► I prezzi in Europa e la disoccupazione nel Regno Unito

Oltre a questo, a rendere ancor più drammatica la situazione il fatto che la progressione nei dodici mesi risulta molto più marcata rispetto alla media europea: circa un quarto dei nuovi disoccupati in Europa nel 2012 è italiano.

Camusso accusa Berlusconi e difende Monti su crisi

 Susanna Camusso è indemoniata. Ha un ‘nemico’ e un ‘amico’. Il primo si chiama Silvio Berlusconi. Il secondo è Mario Monti. Per quanto riguarda il progredire della crisi, la colpa secondo la Camusso è del ‘Cavaliere’, non del ‘Professore’: “È l’economia senza lavoro, quella finanziaria, che ha provocato la crisi. Si tratta soltanto una a base di lavoro ce ne tirerà fuori.

CGIL VS FIAT

Ma di quale lavoro si parla? La Camusso non intende “Quello senza prospettive offerto da McDonald’s, né quello faticoso e incerto dei dipendenti Fiat”.

MONTI? NON C’ENTRA

Susanna Camusso fa nuovamente riferimento alle polemiche degli ultimi giorni. L’occasione le viene offerta dal dibattito di ieri mattina con gli studenti dell’Istituto tecnico Federico Caffè di Roma, all’interno del quale il segretario della Cgil ha dato il via al ciclo di incontri dal titolo “La crisi economica spiegata ai ragazzi”. Un’iniziativa importante.

Susanna Camusso scagiona Monti: “La responsabilità della situazione non è di Monti”.Queste le prime parole pronunciate in merito all’argomento della discussione dalla sindacalista.

“L’INCANTATORE DI SERPENTI”

“I tecnici non hanno risolto i problemi, ma la colpa è delle politiche dei governi Berlusconi”. Monti lo ha definito un pifferaio magico, come lo ha definito il premier uscente. La Camusso ci va giù ancora più pesantemente, definendo Berlusconi un “incantatore di serpenti”.

Governo e parti sociali firmano per la produttività, ma la CIGL rimane fuori

 Ieri sera è stato finalmente raggiunto l’accordo per la produttività. Il primo ministro Monti si è detto soddisfatto dell’accordo e auspica un ripensamento della CIGL, che ieri non ha firmato. E’ proprio Susanna Camusso, segretario del sindacato, a ribadire le sue perplessità sul contenuto dell’accordo.

E’ stata scelta una strada sbagliata per cui il contratto nazionale non tutelerà più il potere d’acquisto dei lavoratori. Il punto più critico dell’accordo è che abbassa i salari reali. Il governo scarica sul lavoro i costi della crisi e le scelte per uscire dalla crisi abbassando i redditi da lavoro.

Di tutt’altro avviso i rappresentanti degli altri sindacati, per i quali, invece, l’accordo sulla produttività è il primo passo importante per uscire dalla crisi in cui si è arenato il paese. Ma allora, perché la CIGL non ha voluto apporre la sua firma?

In primo luogo perché i 21 miliardi di euro stanziati dal governo serviranno a detassare i salari ma non le tredicesime. In secondo luogo i nuovi contratti nazionali previsti dall’accordo gli aumenti salariali saranno legati al raggiungimento degli obiettivi, il che potrebbe portare ad una disparità dei minimi nelle categorie lavorative interessate.

Un altro punto che ha portato la CGIL a non firmare è la nuova flessibilità prevista dall’accordo, secondo il quale le imprese potranno definire nuovi orari e nuove mansioni, il che vuol dire che potrebbe anche essere ridotta la retribuzione, meccanismo questo che ora è impedito da apposite norme del codice civile.