Uber Pop bloccato in Italia per concorrenza sleale

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Uber Pop non potrà più operare a Milano e nel resto del Paese, poiché bloccato per concorrenza sleale.

 

Da ciò si evince che, a conti fatti, i tassisti avevano ragione. A dirlo è il tribunale di Milano che ha bloccato l’app della società americana che, di fatto, consentiva a chiunque di fare l’autista-tassista con la propria auto. Così ha deciso il giudice Claudio Marangoni, della sezione Imprese, accogliendo il ricorso presentato un mese fa dalle organizzazioni sindacali e di categoria, locali e nazionali, di tassisti e radiotaxi.

l blocco di Uber Pop è stato stabilito in via cautelare, così come l’inibitoria del servizio. Il magistrato ha dato a Uber quindici giorni di tempo per adeguarsi, altrimenti scatteranno le penali. Secondo il giudice, Uber Pop non dà vantaggi alla collettività e svolge di fatto l’attività di taxi senza però che gli autisti siano in possesso della licenza. Nell’ordinanza si legge, infatti, che l’attività svolta da Uber attraverso Uber Pop “interferisce con il servizio taxi organizzato dalle società, svolto dai titolari di licenze”. E’ “un vero salto di qualità nell’incrementare e sviluppare il fenomeno dell’abusivismo”. E soprattutto in questo periodo, durante lo svolgimento di Expo 2015, “occasione di ottimi guadagni che, in assenza di una inibitoria, andrebbero condivisi con soggetti concorrenti che esercitano il servizio di trasporto in maniera abusiva”.

Secondo il giudice “la richiesta di trasporto trasmessa dall’utente mediante l’app appare di fatto del tutto assimilabile al servizio di radio taxi”. Concorrenza sleale dunque, secondo il giudice, provata anche dai prezzi più bassi praticati dagli autisti di Uber Pop per il fatto di non avere gli stessi costi fissi che un tassista normalmente deve sostenere.

 

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