Mercato ForEx: gli eventi odierni

 Il mercato valutario è periodicamente condizionato da una serie di eventi che riguardano la politica e l’economia internazionale. Cosa potrebbe influenzare oggi il ForEX? Ecco qualche informazione utile per chi si dedica alla compravendita valutaria o per chi investe in questo particolare settore delle opzioni binarie.

Una giornata che è considerata cruciale quella odierna visto che nel calendario economico sono inseriti una serie di appuntamenti importanti che potrebbero far vacillare le quotazioni dell’Euro, dello Yen e del Dollaro americano.

Tutto inizierà con il discorso del Governatore Stevens della Reserve Bank of Australia che dovrà rendere conto della scelta di lasciare invariati i tassi al 3,25%. Una scelta che ha spiazzato gli analisti, i quali si auguravano e prevedevano un taglio di 0,25 punti. Dopo il suo discorso ci potrebbe essere un po’ di volatilità sui mercati.

Nella giornata di oggi è importante anche la decisione della Bank of Japan che deve aprire una finestra sulla politica monetaria del paese. Gli analisti propongono due soluzioni, entrambe in linea con la volontà di un allentamento monetario: il taglio dei tassi o un nuovo programma d’acquisti.

Non mancheranno d’influire sull’Euro le decisioni del meeting salva-Grecia e l’outlook sul mercato manifatturiero tedesco. La giornata si chiuderà con il discorso di Bernanke che dovrebbe anch’egli promuovere una politica di allentamento monetario.

Recessione del Giappone, e lo yen

 Il Giappone è un paese molto importante per l’economia internazionale per questo desta preoccupazione se i dati trimestrali del paese lo descrivono come un territorio sull’orlo della recessione. Il passo falso dell’economia giapponese potrebbe essere impetuoso con le performance dell’Eurozona.

Come per la gran parte delle economia mondiali, sono stati pubblicati in questi giorni i dati preliminari sul prodotto interno lordo, uno di quei documenti di cui fanno scorpacciate coloro che vivono a pane ed opzioni binarie. In effetti la prima domanda che ci si pone è: cosa succede allo yen se il Giappone crolla?

Sicuramente bisogna partire dai dai reali sulla produzione che è inferiore a quanto previsto dagli analisti che hanno dovuto fare i conti con un arretramento dello 0,9 per cento nell’ultimo periodo d’analisi mentre avevano previsto soltanto un -0,8%.

Questo andamento negativo nel terzo trimestre incide anche sui dati annuali per cui si rileva un declino vicino al -3,5 per cento a fronte di una previsione più ottimistica di una flessione di 3,4 punti percentuali.

Secondo gli osservatori il PIL è diminuito perché si sono contratti gli investimenti, i consumei e la produzione dei settori automobilistico e manifatturiero. In controtendenza soltanto le spese del governo e l’immobiliare.

Preoccupa allora lo yen ma è difficile interpretarne l’evoluzione nel breve periodo perché l’intervento della banca del Giappone si è già fatto più consistente.

Il fiscal cliff pesa sul dollaro

 Il pericolo che l’America possa finire nel baratro della recessione impensierisce gli americani ma soprattutto ha determinato molta incertezza sui mercati che adesso si concentrano sulle oscillazione dell’US Dollar Index e non solo.

Il fiscal cliff è l’incubo dell’America post elezioni. Il pericolo della recessione, adesso che tange anche gli States, si configura come l’inevitabile e nuova sfida per Obama e per il suo entourage. Peccato che a fare le spese di questa situazione non siano solo i cittadini ma anche la moneta americana.

Il dollaro sta perdendo consistenza proprio alla luce dell’incertezza sul futuro finanziario dell’America e il fatto che la situazione sta diventando piuttosto urgente, si può dedurre dall’andamento dell’US Dollar Index.

Gli Stati Uniti, Obama lo sa bene, devono provvedere al più presto a risparmiare qualcosa come 600  miliardi di dollari. La manovra economica, se possiamo chiamarla così, passa dall’aumento delle tasse e da un taglio della spesa pubblica per alcuni servizi.

Due pilastri dell’economia americana che non sono visti nello stesso modo da repubblicani e democratici. L’inquilino della Casa Bianca, però, in questo momento ha bisogno dell’appoggio del Congresso per intero. Repubblicani e Democratici hanno in serbo proposte diverse ma la base di partenza è la stessa: bisogna rinnovare il fisco a stelle e strisce.

Scende l’EUR/USD: una spiegazione

 Quando il mercato è in movimento, il primo settore a subire l’impatto delle oscillazioni è sicuramente quello delle valute. Oggi il ForEX è influenzato dal rapporto tra la moneta unica del Vecchio Continente e il Dollaro americano.

La coppia EUR/USD dopo diversi mesi in cui si era tenuta all’interno del range 1375-2800, ha rotto al ribasso nelle scorse ore e questo dipende dall’incremento di valore della moneta americana. In questo andamento però, la rielezione di Obama c’entra poco, nel senso che ha avuto maggiore incidenza la dichiarazione pessimistica di Draghi sulla condizione della Germania.

Fatta questa premessa c’è da considerare che pesa molto sul ForEX e sulla coppia EUR/USD anche l’incertezza della Spagna nel chiedere aiuti all’Europa e la decisione di Atene di chiedere più soldi per la gestione del debito, da restituire in un lasso di tempo più ampio.

Junker si è dimostrato fiducioso verso Atene che fino a questo momento, con l’ennesimo varo del pacchetto di austerity, è riuscita ad assolvere agli impegni presi con il resto degli stati membri dell’UE.

Sul fronte americano, invece il dollaro è trainato dalle buone sensazioni sulla ripresa americana. Si ha molta paura del cosiddetto fiscal cliff ma gli analisti sono convinti che l’America ce la farà ad uscire dalla crisi.

 

I vantaggi d’investire nel mercato valutario

 Il mercato valutario, il ForEX è un terreno molto interessante per gli investimenti di breve e brevissimo periodo perché consente di fare previsioni e tradurle in investimenti operativi in pochissimo tempo. In realtà gli analisti costruiscono i vantaggi del ForEX per differenza.

Ovvero molti cercano di capire quali sono i vantaggi del mercato della valute straniere, rispetto al terreno d’investimento tradizionale per chi ha qualche risparmio da parte e vuole farlo fruttare.

Tra i mercati azionari e il ForEX c’è una prima grande differenza legata alla lungimiranza dell’analisi. Mentre l’investitore del mercato ForEX deve prevedere i movimenti dei tassi di cambio nel breve termine, al contrario il mercato tradizionale richieste valutazioni di medio e lungo termine. Le negoziazioni, in questo secondo “ambito” possono durare anche diversi anni.

Investimenti rapidi, da definire in pochi minuti, in poche ore, ma in qualsiasi momento della giornata. Un’altra caratteristica del ForEX è il suo essere aperto 24 ore su 24, visto che opera su tutti i mercati cinque giorni alla settimana.

Le oscillazioni del valore delle valute sono consistenti perché il mercato ForEX è caratterizzato anche dall’elevata liquidità e dall’assenza di costi di commissione per cui anche chi ha deciso di provare l’ebrezza del trading, può partire proprio da qua.

L’effetto Obama sul dollaro

 La rielezione di Barack Obama che guiderà per i prossimi quattro anni l’America ha determinato una flessione del valore del dollaro. Le borse hanno provato a reagire positivamente alla notizia ma il recupero degli indici, tanto atteso, alla fine non si è concretizzato.

A crescere sono state soprattutto le quotazioni di materie prime, oro e petrolio che hanno battutto tutti gli altri stock con i loro rialzi.  Ma cosa è successo al dollaro?

A livello globale, la moneta americana ha guadagnato terreno sullo yen. In pratica il quadro sul mercato valutario è comunque di risk on e lo yen ha ricominciato ad essere venuto rispetto alla moneta americana. Tutte le informazioni che stiamo fornendo fanno pensare che il mercato ha provato a festeggiare la rielezione del presidente uscente.

Gli analisti hanno subito parlato di effetto Obama sull’apertura delle borse europee che si presenteranno prossime alla rottura delle resistenze di brebe periodo.

Il Dax è finito oltre 7,425 e il Ftse Mib è andato a quota 15.750.

La moneta unica si è presentata in risalita durante la notte delle elezioni e ha superato tutti i livelli massimi. Oggi si potrebbero avere nuovi rialzi ed un’elevata volatilità sul cambio euro dollaro. Le opportunità d’investimento con queste oscillazioni sono molte.

La recessione tedesca minaccia l’euro

 La Germania conferma da diversi mesi di essere in una condizione di crisi. La situazione finanziaria di questo asso portante dell’economia europea, ha insospettito la BCE che secondo alcuni potrebbe partire proprio dalla considerazione della situazione tedesca, per procedere nel taglio dei tassi d’interesse.

Riguardo le posizioni sul comportamento della BCE e il possibile effetto sul cambio EUR/USD, abbiamo espresso già le nostre considerazioni. Passiamo a parlare in modo più puntuale di quello che sta accadendo alla prima potenza economica dell’Eurozona.

In primo luogo si prendono in esame i dati sulla produzione industriale e sugli ordini che, rispetto a quello che ci si aspettava, sono deludenti. E’ suonato così il primo campanello d’allarme, ma i documenti ufficiali devono ancora essere pubblicati, quindi gli analisti non conoscono la portata della recessione tedesca.

Per capire la delusione degli analisti proviamo a riportare qualche dato. Gli ordini industriali che misurano la crescita del paese in relazione agli ordini d’acquisto delle aziende manifatturiere, ci si aspettava che calasse dello 0,3 per cento mentre sembra sia sceso del 3,3%.

Per quanto riguarda l’indice della produzione industriale che misura la crescita dell’output delle aziende manifatturiere, estrattive e dei beni di consumo tedeschi, ci si aspettava un calo contenuto dello 0,4% mentre ci si ritrovati di fronte ad un -1,8 per cento.

L’effetto Draghi sul cambio EUR/USD

 Nel pomeriggio è prevista una nuova conferenza stampa della BCE presieduta da Draghi e dal suo vice, per la definizione della nuova linea monetaria dell’Eurozona. Politicamente ci sono alcune considerazioni molto interessanti da approfondire.

L’UE deve tenere presente la scelta che farà la Spagna di chiedere aiuto al fondo salva Stati, nonché le scelte pratiche della Grecia, di nuovo di fronte all’ennesimo piano di austerity. In più, negli ultimi giorni, è emersa anche la situazione della Germania che inizia a subire il rallentamento produttivo dell’UE.

Gli analisti sono quasi tutti concordi sul fatto che la BCE, pur riconoscendo il momento di difficoltà, non sia disposta a tagliare di altri 25 punti base il tasso di riferimento. Ma cosa potrebbe succedere al cambio EUR/USD?

Se la BCE decidesse di lasciare i tassi invariati e la decisione fosse accompagnata da una visione del mercato europeo molto positiva da parte di Draghi, l’euro potrebbe aumentare il suo valore e subissare il dollaro, confermando il cosiddetto effetto Obama sulla moneta americana.

Se la BCE lasciasse i tassi invariati ma il discorso di Draghi fosse negativo, potremmo assistere ad un indebolimento dell’euro rispetto al dollaro.

Si andrebbe invece verso un sell-off massimo sul cambio EUR/USD nel caso si comunicazione di un taglio dei tassi.

 

BCE: taglio dei tassi?

 La Banca centrale europea annuncerà oggi se ci sarà un nuovo taglio dei tassi d’interesse. La conferenza stampa sulle politica monetaria da adottare nell’Eurozona, sarà trasmessa in streaming da molti siti a partire dalle ore 14.30.

L’appuntamento del giorno è dunque il Consiglio Direttivo della BCE presieduto da Mario Draghi in qualità di presidente e da Victor Constancio, il suo vice. Se la BCE decidesse per un nuovo taglio dei tassi d’interesse, cosa accadrebbe alla coppia EUR/USD?

La posizione degli analisti è controversa. Ci sono molti esperti del settore che sono convinti che il taglio dei tassi ci sarà con il passaggio da quota 0,75% a quota 0,50%. La scelta della BCE della riduzione degli stessi di 25 punti base, infatti, sarebbe vincolata ad una serie di informazioni sulla condizione finanziaria ed economica dell’UE: la Spagna potrebbe chiedere degli aiuti, l’inflazioneè calata ma c’è anche da valutare la situazione di crisi della Germania.

Tutto plausibile ma la maggioranza degli analisti ritiene che la BCE non taglierà i tassi lasciandoli invariati allo 0,75%. Il tasso di riferimento sarà invariato, fisso allo 0,75%, almeno fino alla fine dell’anno. La BCE infatti, deve capire meglio come si evolverà la condizione della Spagna, se Madrid chiederà aiuto o meno e a quali condizioni, e soprattutto la condizione della Grecia.

ForEX: chi partecipa alle contrattazioni?

 Il mercato ForEX è uno dei più appetibili per chi si avvicina al trading online sfruttando la semplicità di alcuni strumenti, quali possono esserlo le opzioni binarie.

Sul mercato valutario sono decisive le scelte delle banche centrali e degli istituti finanziari internazionali ma il settore, molto semplice da interpretare nei suoi trend, è stato esteso anche agli investitori privati. Ecco allora che in un periodo del genere hanno acquisito sempre maggiore importanza anche i broker.

Il mercato ForEX, storicamente, è stato dominato dalle banche e dagli istituti finanziari che potevano determinare le oscillazioni delle quotazioni di una valuta investendo capitali ingenti. Ma nel corso degli anni, con l’ampliamento degli strumenti di trading online, il mercato ForEx si è aperto agli investimenti dei privati.

Online, tramite internet, infatti, molti retail trader possono scommettere sul trend di una valuta che subisce gli effetti della politica economica e monetaria di un certo stato.

Oggi, il parco dei partecipanti al mercato valutario si è ampliato e ci sono almeno cinque attori da tenere in considerazione. Restano le banche che definiscono i tassi di cambio delle valute, ma bisogna considerare anche l’incidenza delle compagnie commerciali, dei governi e delle banche centrali. Da aggiungere a questo tris di attori anche gli speculatori e le istituzioni finanziarie.