Nessun allarme ma l’Australia è in deficit

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 La crisi, è brutto dirlo, accomuna molti paesi in Europa e negli altri continenti. In questi giorni giunge voce di un nuovo possibile deficit, quello dell’Australia, in conseguenza della pubblicazione dei dati PMI e della bilancia commerciale a cavallo del nuovo anno. Gli analisti sono però concordi nel ritenere che ci sono almeno tre buoni motivi per non allarmarsi.

 Il taglio dei tassi australiano

Il report sulla bilancia commerciale australiana ha fotografato un’altra situazione di deficit nel mondo e si tratta della situazione più critica raggiunta dall’Australia dal marzo del 2008. Sembra infatti che le importazioni di beni e servizi, anche a novembre, hanno superano le esportazioni di ben 2,46 miliardi di dollari australiani.

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Il deficit, confermato a 2,21 miliardi, ha così raggiunto il picco massimo mai visto negli anni passati. Perché non occorre preoccuparsi? Prima di tutto perché se anche le importazioni sono in aumento sulle esportazioni vuol dire che i consumatori australiani stanno ancora spendendo e questo è sicuramente un dato positivo.

In più questo report – ecco il secondo motivo per non preoccuparsi – non tiene conto di quel che sta succedendo nel settore dei materiali del ferro, quindi non tiene in considerazione la ripresa trainata dall’aumento della domanda cinese.

In più o meglio infine, c’è da considerare l’intervento della RBA che ha tagliato i tassi d’interesse quattro volte nel 2012 ed intende sostenere con le stesse azioni l’economia locale.

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