American Apparel dichiara fallimento

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A seguito di anni di perdite e dopo aver lanciato durante lo scorso agosto l’ennesimo allarme sulla liquidità, American Apparel si arrende e chiede la protezione del Chapter Eleven, una sorta di amministrazione straordinaria che mette la società al riparo dalle aggressioni dei creditori e le consente di ristrutturare il debito puntando – se possibile – al risanamento.


E’ la strada che ha scelto il gruppo californiano, fondato dal discusso Dov Charney nel 1989 e per anni protagonista incontrastato del mondo delle T-Shirt. L’imprenditore, che ha portato al successo il gruppo di magliette e biancheria intima casual, è stato allontanato dal gruppo nel dicembre scorso. American Apparel non è nuova a problemi finanziari e non solo: tutta la sua storia aziendale è ricca di successi, colpi di scena, cause milionarie (ad esempio con Woody Allen) e campagne pubblicitarie provocatorie ma anche scandali a sfondo sessuale, che hanno portato nel dicembre scorso all’allontanamento del fondatore, ex amministratore delegato e tuttora principale azionista (ha il 40% del gruppo), Charney. L’imprenditore ha reagito a sua volta citando in giudizio, in una ventina di cause, la società.

American Apparel ha chiarito che la produzione e le attività commerciali non subiranno interruzioni per la procedura. Con la protezione del Chapter 11, la società ristrutturerà il debito, dilatatosi a dismisura fino a superare gli asset del gruppo. Una mossa sarà la trasformazione di oltre 200 milioni di bond in azioni di American Apparel. Più in particolare i creditori forniranno mezzi freschi al gruppo, per ridurre l’indebitamento a non più di 135 milioni di dollari; un’operazione che ridurrà le spese per interessi di 20 milioni di dollari l’anno.

Il gruppo è noto per realizzare “basic fashion” per uomini e donne, una moda trasversale a prezzi contenuti, che negli ultimi tempi ha subìto la concorrenza (anche di prezzo) di marchi come H&M, Uniqlo, Forever 21, che si contendono le preferenze di un pubblico giovane.

 

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