Bce, le aste sono un flop e i prestiti si contraggono ulteriormente

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Non è stato un gennaio facile dal punto di vista finanziario e su alcuni comparti emergono nuove e gravose difficoltà.

Si fa, ad esempio, sempre più marcata la contrazione dei prestiti dalle banche verso il sistema economico, in particolare nei confronti delle imprese. E’ quanto si evince dalla nota mensile distribuita da Bankitalia sull’andamento di gennaio. I dati mostrano quanto le misure prese in sede di Bce (che si sono dispiegate in pieno da lunedì 9 marzo con l’avvio delQuantitative easing, ma erano ampiamente attese dagli istituti) ancora fatichino a trasferirsi in ossigeno per le imprese.

Occorre anche considerare, infatti, che durante lo scorso gennaio si erano già tenute le due aste Tltro della Bce (la seconda a metà dicembre per 130 miliardi, la prima per poco più di 80 miliardi) che hanno portato denari a costo praticamente azzerato alle banche, che però li dovrebbero impiegare nell’economia reale e non investendo in titoli di Stato o simili. All’annuncio del 5 giugno scorso, infatti, la Bce spiegò che quelle aste erano “finalizzate a migliorare l’erogazione di prestiti bancari a favore del settore privato non finanziario dell’area dell’euro”.

Da quanto si evince, quei soldi non hanno ampliato il canale dei prestiti nel sistema italiano. Bankitalia dice infatti che i prestiti al settore privato sono scesi dell’1,8% annuo, rispetto al -1,6% di dicembre. Se le famiglie sono rimaste stabili al -0,5%, per le imprese l’andamento è peggiorato dal -2,3 al -2,8%. E invece, dalle tabelle di Bankitalia, si vede che le consistenze dei titoli di Stato italiani sono aumentate a 416,5 miliardi dai circa 400 miliardi di fine dicembre. Continua a crescere la massa di sofferenze, i prestiti di difficile esigibilità: il tasso di crescita è lievemente salito al 15,4%.

 

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