Bce lascia tassi invariati

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Nessuna sorpresa per gli analisti e per il mercato durante la riunione di Francoforte del consiglio direttivo della Bce. I tassi di interesse rimangono invariati allo 0,05%. Il minimo storico nell’Area dell’Euro.

Durante la conferenza stampa successiva al meeting, il presidente Mario Draghi ha dichiarato che nel corso dei prossimi mesi è prevedibile un ulteriore allentamento della politica monetaria di Francoforte, posto che il quadro macroeconomico vede confermata la crescita debole. Le stime del Pil dell’Eurozona sono state riviste al ribasso, allo 0,8% per il 2014 e all’1% per il 2015. Situazione peggiorata dagli innumerevoli rischi geopolitici.

Anche l’inflazione rimarrà ancora più bassa del previsto (0,5% nel 2014, 0,7% nel 2015 and 1,3% nel 2016 le nuove stime), per via dell’andamento dei prezzi del petrolio (un calo del 30% espresso in euro, secondo Draghi). Il Consiglio direttivo, unanime sul punto, ha così velocizzato i lavori per lo studio di nuove misure non convenzionali.

I mercati hanno reagito manifestando incertezza dopo le parole sull’allentamento quantitativo previsto per il 2015. L’euro cala sotto quota 1,23 dollari. Non succedeva da due anni e mezzo. Dopo le parole del governatore della Bce è ripartito. Milano accelera al ribasso. Draghi ha aggiunto che per votare il Quantitative Easing non servirà l’unanimità, pensando evidentemente che i ‘falchi’ della Bundesbank si opporranno.Ci vorrà ancora un pò prima che la Bce propenda per il Quantitative Easing in salsa ‘europea’. Mario Draghi ha dichiarato che la varietà dei titoli da acquistare includerebbe tutti gli asset, escluso l’oro. Intanto, per avere il tempo necessario a verificare quali saranno gli effetti concreti delle misure già prese. Il 21 novembre è iniziato il programma di acquisto di Abs mentre per la prossima settimana è atteso il secondo round del Tltro dopo che il primo ha deluso parecchio le attese.

 

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