Contratti collettivi e retribuzioni contrattuali

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L’Istat ha diffuso i dati relativi a contratti e retribuzioni contrattuali spiegando che si tratta di un momento di crescita economica per il Paese. Alla fine di novembre 2015 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 62,0% degli occupati dipendenti e corrispondono al 59,0% del monte retributivo osservato.

Nel mese di novembre l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie aumenta dello 0,2% rispetto al mese precedente e dell’1,3% nei confronti di novembre 2014. Complessivamente, nei primi undici mesi del 2015 la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,2% rispetto al corrispondente periodo del 2014.

Con riferimento ai principali macrosettori, a novembre le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell’1,8% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.

I settori che a novembre presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: energia e petroli (4,4%); estrazioni minerali (4,2%); tessili, abbigliamento e lavorazioni pelli (3,2%). Si registrano variazioni nulle nei settori del credito e assicurazioni, delle telecomunicazioni e in tutti i comparti della pubblica amministrazione.

Tra i contratti monitorati dall’indagine, nel mese di novembre sono stati recepiti due nuovi accordi (entrambi rinnovati prima della naturale scadenza del contratto in vigore) e nessuno è scaduto. Alla fine di novembre la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 38,0% nel totale dell’economia e del 19,9% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 59,3 mesi per l’insieme dei settori e di 42,0 mesi per quelli del settore privato.

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