Cosa cambierà in Metroweb?

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Il Governo ha un piano strategico per sviluppare la banda larga, ed è un piano che necessita di tutti gli strumenti per assicurare la copertura infrastrutturale, a patto che si dia spazio agli investimenti, si abbandoni l’idea dello spin-off della rete Telecom, e si contempli una gara tra acquirenti della quota di maggioranza di Metroweb posseduta ora dal fondo F2i.


Qual è il punto sulle reti e sulle telecomunicazioni nel nostro Paese? A latere di un convegno su banda larga e tv, il presidente della Cassa Depositi e Prestiti Bassanini è intervenuto sull’ultimo capitolo del dossier Metroweb, data la dismissione in corso da parte del socio di maggioranza F2i:

Metroweb potrebbe vedere dei cambiamenti nel suo azionariato. L’azionista di minoranza al 46%, Cassa depositi e prestiti (attraverso Fsi, ndr), che si considera un investitore di lungo termine, ha intenzione di sollecitare un aumento del capitale per consentire una forte accelerazione degli investimenti pubblici. F2i, che è un investitore brownfield, e che comprò Metroweb quando era una società che doveva completare la rete di Milano, ha un’altra logica, è un fondo e quindi ragionevolmente può essere interessato a cedere la sua partecipazione. Ma ci sarà una competizione, e dunque è necessario ridimensionare l’allarme del mondo politico per i possibili rischi antitrust. Le principali società sanno che dovevano prepararsi se erano interessate a fare delle offerte. Vincerà il migliore.

L’offerta di Telecom per la maggioranza di Metroweb, la società della fibra controllata dai fondi F2i (53,8%) e Fsi (46,2%), e il possibile rilancio di Vodafone avranno fatto la felicità dei soci bancari del fondo F2i (leggi qui chi sono i principali investitori del fondo oltre a Cdp) che pertanto, si augureranno una gara al rialzo.

 

 

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