Crescita economica Italia, la Bce non basta

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La politica monetaria della Banca centrale europea, per quanto espansiva, non è sufficiente a supportare la crescita economica del nostro Paese. Lo scrive a chiare lettere il Governo italiano all’interno del position paper sulla politica europea palesando come gli spazi di bilancio “dovrebbero essere integralmente utilizzati a supporto della ripresa”, in questa fase di ripresa modesta e di inflazione eccezionalmente bassa.

A leggere il documento dell’esecutivo, infatti, sembrerebbe che l’Europa abbia bisogno di “più convergenza”, di “accelerare sulle riforme strutturali” e di “sostenere la domanda interna”.

In quest’ottica l’Italia chiede che l’Esm si trasformi in un “Fondo monetario europeo”, utilizzando al massimo i vantaggi del meccanismo e mantenendone allo stesso tempo le funzioni di protezione. Anche per questo l’esecutivo dà anche l’ok alla creazione di un superministro delle finanze dell’Eurozona, in grado di gestire un budget con risorse adeguate.

Il governo chiede dunque più simmetria negli aggiustamenti macroeconomici sottolineando come “l’eccesso di surplus nei conti pubblici siano dannoso tanto quanto l’eccesso di deficit” e insistendo affinché l’avanzo di bilancio sia investito a sostegno della crescita creando un” situazione favorevole per tutti”.

Tra i punti chiave indicati nel documento del governo italiano c’è “il completamento dell’Unione bancaria” fondamentale per non far perdere fiducia nel sistema da parte dei cittadini. In questo senso uno schema di assicurazione euroepea sui depositi “migliorerebbe significativemente il funzionamento dell’Unione, garantendo più efficienza e stabilità finanziaria”.

Il governo insiste poi su politiche comuni per il lavoro chiedendo l’instaurazione di un “meccanismo che mitighi la
disoccupazione ciclica e le sue conseguenze” rafforzando – allo stesso tempo – “la dimensione sociale dell’Europa”. Lo schema proposto dall’italiana, però, passa dall’istituzione di un fondo comune. Sempre in tema di fondi, l’Italia propone l’emissioni di eurobond per finanziare la gestione dei confini dell’Ue.

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