Easyjet, il piatto piange: i passeggeri hanno paura per gli attentati

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I conti sono in rosso. La causa è da ascrivere al timore di nuovi attentati terroristici. Easyjet, oltre alla concorrenza, deve vedersela dunque anche con il difficile periodo storico.

I primi sei mesi dell’esercizio fiscale della compagnia inglese low cost, per l’esattezza, sono stati archiviati con un rosso pari a venticinque milioni di euro. In entrata un misero bottino, a confronto: ‘solo’ cinque milioni di utile durante il 2015.

Le minacce terroristiche sono uno spauracchio non da poco, e la compagnia britannica ha già fatto i conti con quanto verificatosi in Egitto, a Parigi e all’aeroporto di Bruxelles.

Malgrado il rovente clima di tensione, gli analisti credono che le perdite siano inferiori alle aspettative di almeno cinque milioni di sterline.

Ma le difficoltà sono comunque tangibili. A ottobre 2015 Easyjet ha messo in stand-by i propri voli dopo l’attentato nei confronti dei turisti russi in Egitto. Niente partenze verso il Monte Sinai, in quel caso.

Prenotazioni in forte calo anche durante le due circostanze che più hanno fatto ‘rumoreggiare’ i media: le tragedie di Parigi e Bruxelles. La compagnia non è fiduciosa neanche per il terzo trimestre: prevede un calo del 7% dei ricavi per ogni passeggero.

Si corre ai ripari, dunque: Carolyn Mccall, amministratore delegato di Easyjeat ha annunciato l’aumento del dividendo e non ha dubbi sull’utile esente da tasse: sarà coerente con le attese degli analisti. Anche il primo azionista di Easyjet, Haji-Ioannou ha chiesto un incremento del dividendo. Si attenderà la fine dell’esercizio fiscale, tuttavia, per cercare di ristabilire gli equilibri.

Intanto, Ryanair accresce la sua presenza e il numero di passeggeri nelle aree aeroportuali di rilievo. Una ‘gatta da pelare’ in più.

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