Italia, siamo tra i peggiori pagatori per debiti PA

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I debiti della PA rappresentano il tallone d’Achille del sistema pubblico tricolore. Se si prendono in considerazione i debiti della Pubblica Amministrazione e si stila una classifica dei migliori e dei peggiori pagatori europei, l’Italia finisce tra i peggiori. Lo spiega bene un comunicato della CGIA di Mestre

La CGIA di Mestre ha spiegato che il nostro Paese, quando si parla di debiti della PA, fa una magra figura.

Debiti PA, Italia fanalino di coda europeo dal 2013

“Così come ci ha ricordato quest’oggi la Banca d’Italia, al netto dell’importo ceduto in pro soluto, sono 61 i miliardi di debito che la nostra Pa deve alle imprese fornitrici. Una cifra imponente che fatica a diminuire poiché la nostra Pa continua a liquidare le fatture con forte ritardo rispetto a quanto previsto dalla Direttiva europea introdotta nel 2013, che impone alle aziende pubbliche il saldo fattura entro 30-60 giorni”.

Siamo due anni in ritardo e lo dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo che da tempo segue con attenzione lo sviluppo di questa questione. Dalla CGIA ricordano che, secondo i dati di Intrum Justitia, nonostante i tempi di pagamento nell’ultimo anno siano scesi di 21 giorni, la nostra Pubblica amministrazione si conferma la peggiore pagatrice d’Europa, visto che salda mediamente i propri fornitori dopo 144 giorni, contro i 38 giorni medi che si registrano in Ue: ben 106 giorni in più della media europea. Rispetto ai nostri principali partner economici, la Francia salda le proprie fatture dopo 62 giorni, l’Olanda in 32 giorni, la Gran Bretagna in 24 giorni e la Germania dopo 19 giorni.

“Grazie all’introduzione della fatturazione elettronica – conclude Paolo Zabeo – le cose sono migliorate. Dallo scorso 31 marzo, infatti, tutti i fornitori della Pa hanno l’obbligo di emettere la fattura in formato elettronico. Una disposizione che ha reso più trasparente il rapporto commerciale tra il pubblico e il privato, anche se il debito complessivo rimane ancora troppo elevato e i ritardi nei pagamento sono del tutto ingiustificati”.

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