La riforma Fornero non piace alle imprese più piccole

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 Le piccole e medie imprese sono considerate la struttura portante del nostro paese e di recente sono al centro di una serie di riforme e provvedimenti. Per esempio con il progetto PiùBorsa si cercherà di promuovere l’ingresso delle PMI in Borsa visto che il listino principale del Belpaese sta perdendo i pezzi e tra le SpA quotate le PMI sono davvero poche.

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Sempre dal settore lavorativo arriva anche un’altra notizia che non è del tutto positiva e riguarda l’indice di disoccupazione che in Italia e soprattutto al Sud è arrivato alle stelle. Una donna su cinque, nel Meridione del Paese, non ha un lavoro.

La ricognizione, però, non si ferma a questo livello visto che arrivano novità dalle piccole imprese, riguardo l’ultima riforma del mercato del lavoro, quella firmata dal ministro Fornero. Sembra infatti che dopo le modifiche apportate dal documento in questione, la disoccupazione sia cresciuta, l’occupazione sia diminuita e non sia assolutamente combattuta la precarietà del lavoro.

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Questa sonora bocciatura arriva dalle piccole imprese che oltre a prendere atto del cambiamento in negativo che c’è stato nel mondo del lavoro italiano, vedono anche in modo “nero” il futuro dove non sembrano esserci segnali di un’inversione di tendenza, almeno per quello che riguarda alcune tipologie di contratto: i lavori intermittenti, i lavori a chiamata, i contratti di consulenza con partita IVA.

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