Nel giro di dodici mesi sarà possibile stipulare i mutui per l’acquisto della casa nei 28 Paesi dell’Unione europea con le stesse regole. Il Parlamento di Strasburgo ha così deciso di disciplinare in via definitiva i mutui, per far si che gli interessi non diventino insostenibili. Maggiore tutela, dunque, contro le montagne russe dei mercati che gonfiano le rate mensili relativamente all’andamento dei tassi (Euribor in caso di mutuo a tasso variabile ed Eurirs per quello fisso) o al mancato rimborso del finanziamento.
Nello specifico, la disposizione europea prevede che gli istituti di credito forniscano per forza di cose un modulo standardizzato con la descrizione dei rischi, compreso il costo totale del mutuo (il nostro Isc, l’indicatore sintetico di costo che considera oltre al tasso applicato con cui si calcola la rata mensile anche le spese accessorie iniziali e le spese periodiche) e le possibili conseguenze finanziarie di lungo termine. Nel contempo i mutuatari avranno sette giorni di tempo tra la consegna del prospetto e la firma per “pensare bene” al loro impegno, come fosse una sorta di diritto di recesso. In fin dei conti stiamo parlando di un impegno che mediamente dura oltre 15 anni.
Regole stabilite per far sì che anche in caso di difficoltà nel pagamento dei bollettini, il sequestro della casa ipotecata si configuri come l’ultima strada da seguire. Le commissioni di mora dovranno, infatti, considerare i costi effettivi e la vendita dell’immobile dovrà essere perfezionata al miglior prezzo a copertura dell’eventuale debito residuo. Inoltre, dovrà essere contemplata una soluzione abitativa alternativa per chi perde la casa. Un riferimento evidente al drammatico bilancio emerso, ad esempio, solo nel 2012 con quasi 46mila famiglie italiane costrette a lasciare la propria abitazione perché non sono riuscite a pagare le rate.
La situazione in Italia
Nel nostro Paese, la maggior parte delle disposizioni previste in teoria non dovrebbero portare grosse modifiche perché, in una forma o nell’altra, sono già in uso. È il caso dell’abolizione della penale per l’estinzione anticipata abolita già dal 2007. Peccato, tuttavia, che nella pratica il quadro che concerne il mondo dei mutui sia sconfortante. Infatti, non solo gli istituti di credito hanno chiuso i rubinetti del credito non erogando più prestiti, ma soprattutto continuano a commettere scorrettezze a danno dei clienti.
Nel dettaglio, otto banche su dieci, nonostante non sia previsto per legge, impongono di aprire un conto corrente presso la propria filiale, il 24% delle agenzie costringe a sottoscrivere una polizza vita (che non è obbligatoria) e il 17% obbliga addirittura ad acquistare una polizza incendio di cui sono allo stesso tempo venditrici e beneficiarie. Il giro di vite (e di affari) è molto alto. Pensare che secondo l’Isvap nel solo 2010 le banche hanno raccolto 2,4 miliardi di euro, mentre i mutuatari hanno sborsato fino all’80% rispetto agli altri prodotti disponibili sul mercato.