I mercati asiatici sono ancora al ribasso

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 Continua la discesa del Nikkey (-2.45), che riflette una generale risk adversion degli operatori, a causa del supporto che questa offre allo Yen. Gli Stati Uniti finiscono i fondi per le spese federali – Paralisi a Washington

Non hanno aiutato retail sales sotto attese. Oltre a ciò, l’azionario giapponese paga il fatto di costituire uno dei posizionamenti più di consenso in particolare tra gli operatori a leva, il che rende le correzioni più violente, spiega nel suo commento Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners. Il resto degli indici, Shanghai inclusa (-0.8%) hanno mostrato variazioni più contenute, nell’ambito di un tono che rimane alquanto scosso. Su queste basi, la mattinata europea è partita maluccio.

L’economia americana cresce del 3,2%

I primi dati di CPI gernnaio provenienti dalle regioni tedesche, inferiori a consensi già bassi, hanno aggiunto al cocktail tensioni deflattive, e cosi gli indici equity a metà mattina languivano sui minimi di ieri. Alla fine il dato generale per gennaio è uscito un paio di decimi sotto consenso, a -0.6%. La prima scossa positiva al sentiment l’ha data l’ asta italiana medio lungo termine, assai ben coperta nonostante il sentiment opaco. La tenuta della domanda anche di matrice estera, a fronte della generale risk adversion, dimostra una volta di più l’appeal degli asset periferici degli ultimi tempi. All’apertura degli USA l’attenzione era concentrata sulla prima stima del GDP del quarto trimestre 2013. Il dato è uscito grossomodo in linea con le attese (3.2% da precedente 4.1%). Buoni i consumi, anche se sotto le attese (3.3% vs 3.7%) meno gli investimenti (0.9%) ma si veniva da un +5.9% nel terzo trimestre. Forti contributi da esportazioni e, nuovamente, da scorte.In generale un buon dato, che mette in risalto l’accelerazione della crescita in US nel secondo semestre del 2013, a una media di 3.6% a fronte del magro 1.8% del primo semestre.

 

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