OPEC, una riunione in gran segreto

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Una riunione informale dell’Opec in un hotel di Vienna qualche ora prima del meeting ufficiale di oggi nella sede dell’organizzazione al fine di ribadire lo status quo.

Ovvero che niente è cambiato dalla decisione di un anno fa, quando i Paesi produttori di petrolio riuniti in cartello decisero che mantenere le quote di mercato era più importante in confronto al prezzo del greggio. Fatto che ha spinto il valore del barile da 100 dollari agli attuali 41 (Wti americano).

E per mettere in evidenza che il cartello di fatto è diviso, con l’Arabia Saudita, il maggiore esportatore di greggio al mondo, a farla da padrona ancora una volta, ribadendo che sarebbe pronta a tagliare la produzione solo se anche la Russia e il Messico, che non fano parte dell’Opec, condivideranno questa linea in maniera ufficiale. Lo ha reso noto oggi l’agenzia Bloomberg.

Con il prezzo del petrolio che si sta avvicinando ai minimi negli ultimi sei anni, Paesi in forte difficoltà economica e di liquidità quali Venezuela, Ecuador e Algeria stanno per contro mettendo pressione sull’Arabia Saudita per tagliare la produzione.

Tuttavia il ministro dell’energia russo Alexander Novak ha detto ieri che non ritiene fattibile questa via. Bloomberg sottolinea che un pre-meeting come quello che si è svolto nelle scorse ore non è usuale nella storia dell’Opec e che indica forti attriti all’interno dell’organizzazione.

Del resto il 2015 dovrebbe chiudersi per l’associazione dei 12 Paesi produttori di petrolio con ricavi in calo a 550 miliardi di dollari da una media dei cinque anni precedenti di oltre 1.000 miliardi, ha scritto l’Agenzia Internazionale per l’Energia il 10 novembre scorso.

A essere sempre più determinante per il mercato mondiale del greggio è la Cina, che però sta rallentando da tempo la sua corsa. Secondo Stephen King, senior economic advisor per Hsbc Holdings, anche nel caso di un taglio alla produzione da parte dell’Opec, non ci sarebbe una ripresa sostenuta dei prezzi del greggio a causa del perdurante rallentamento economico di Pechino.

 

 

 

 

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