PIL del Regno Unito e sterlina

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 Siamo sicuri che la vera bomba ad orologeria dell’Europa non sia il Regno Unito? Nonostante finora si sia salvata benissimo, questa nazione rischia il tracollo. Una minaccia che qualche mese fa era stata indirizzata alla Francia. Gli analisi, sul Regno Unito, restano divisi.

Da un lato ci sono i promoter delle teste coronate, soddisfatti degli introiti che saranno legati al Royal Baby, dall’altra coloro che leggono l’espansione del paese come un timidissimo segnale di sorpresa che non fa certo stare tranquilli.

Banche inglesi sotto la pressione della BoE

I dati, ad ogni modo, raccontano di una crescita del Regno Unito pari allo 0,6 per cento nel secondo trimestre del 2013. Il rapporto sul PIL è stato pubblicato proprio ieri ed è stata un’occasione per comprendere che tra gennaio e marzo 2013 l’economia britannica è cresciuta lievemente, dello 0,3 per cento, ma abbastanza da evitare la recessione.

Il Regno Unito se la prende con Google

La notizia, unita ai dati complessivi riferiti al primo semestre dell’anno, hanno influenzato anche il trading della sterlina. La divisa inglese è stata attraversata da un trading ribassista che ha determinato un collasso del cambio GBP/USD che è arrivato fino a 1.5270. Il cambio tra l’euro e la sterlina, invece, è rimasto quasi invariato. Da notare che il dollaro ha iniziato a prendere quota poco prima della pubblicazione dei dati sul PIL del Regno Unito.

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