Il problema burocratico che impedisce il risparmio delle auto blu

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Le auto blu possono anche sembrare necessarie alla politica ma sono percepite su più fronti come uno spreco di soldi. Soldi che sono spesi dallo Stato e che si ripercuotono sulle tasche dei cittadini. Il problema è che rispetto a questo tema, quello delle auto blu, è la burocrazia stavolta a metterci lo zampino. 

Il numero delle auto di servizio usate sia dai ministeri che dalle pubbliche amministrazioni negli anni si è ridotto in modo sensibile perché moltissimi governi hanno fatto della lotta agli sprechi il loro cavallo di battaglia. Poi è arrivato il decreto della Presidenza del Consiglio e tutta una serie di inghippi burocratici.

Tagli alle auto blu dal 2015

La riduzione del parco auto doveva portare all’esistenza nei garage dello Stato di 93 auto blu ma se si vanno a contare quelle presenti adesso sono più di 1100. Il che vuol dire che qualcosa non ha funzionato. Renzi per esempio aveva detto a primavera che per ogni ministero non ci sarebbero state più di 5 auto blu. I tagli più evidenti sono stati rimandati al 2015 ma non è comunque questo il punto in cui si sarebbe dovuti arrivare alla fine dell’anno in corso.

Quanto costano le auto blu

Il problema è come al solito nella burocrazia. Il ministero dell’Economia, infatti, ha dovuto prendere in mano il decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri per definire il decreto attuativo e verificare che i tagli previsti fossero effettivamente proporzionati. Il dossier è passato poi nelle mani della Corte dei conti che da più di un mese sta cercando di chiarire la situazione. Questo ha rallentato a cascata il lavoro dei ministeri che devono anche fare i conti con i contratti di leasing che sono stati stipulati per molte vetture.

Le penali previste per l’estinzione anticipata del contratto, infatti, qualche volta sono più onerose dell’auto stessa.

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