Telecom: rosso da 1,6 miliardi sul bilancio 2012

 Un rosso da 1,6 miliardi di euro pesa sul bilancio 2012 di Telecom. La situazione si è venuta a creare dopo che la società ha deciso di svalutare gli avviamenti per un totale di 4,4 miliardi di euro. E Piazza Affari applaude alla svalutazione del titolo con gli acquisti.

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Il rosso di Telecom Italia, tuttavia, non preoccupa affatto il presidente esecutivo Franco Bernabè,  che tende a rassicurare gli animi dicendo che in questo caso si tratta solo di un fenomeno di natura contabile, che non metterà in discussione quelle attività di riduzione dell’indebitamento che la società sta portando avanti.

Secondo Bernabè, infatti, senza le svalutazioni imposte dalla situazione negativa a livello macroeconomico e dal persistere delle tensioni recessive, gli utili sarebbero arrivati a raggiungere i 2,4 miliardi di euro. 

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Nel corso dell”assemblea degli azionisti, convocata per il prossimo 17 aprile, verranno quindi proposte l’utilizzo delle riserva per la copertura della perdita di esercizio e la distribuzione del dividendo, pari a 2 centesimi per le azioni ordinarie e a 3,1 centesimi per quelle risparmio.

L’azienda ha inoltre confermato il suo impegno nella creazione di reti e di impianti di nuova generazione per il triennio 2013-2015 che assicureranno alla società un vantaggio competitivo nel settore e un migliore posizionamento sul mercato.

Accordo raggiunto sui poteri della Commissione Europea

 L’Europarlamento, il Consiglio Europeo e i governi dei paesi membri dell’Unione Europea sono giunti ad un accordo per aumentare i poteri della Commissione Europea.C’è voluto un anno, ma alla fine la Commissione ha ricevuto il potere di intervenire sul bilancio dei singoli stati e chiedere correzioni in caso di scostamenti importanti dagli obiettivi di consolidamento fiscale.

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Secondo il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Olli Rehn è stato fatto un passo avanti che permetterà un ulteriore, significativo rafforzamento della governance economica dell’eurozona, un passo oltre la strenua opposizione della Germania.

Il ‘two pack‘, così è stato chiamato il programma, prevede, oltre ai maggiori poteri in seno alla Commissione Europea, anche emendamenti per il sostegno alla crescita, soprattutto nel caso in cui ad un paese siano richiesti sacrifici particolari per i consolidamenti del bilancio, con una particolare tutela per i settori della sanità e dell’istruzione.

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Il ‘two pack’ prevede, inoltre, l’obbligo per gli Stati dell’Eurozona di sottoporre le bozze del bilancio per gli anni successivi alla Commissione europea e all’Eurogruppo prima del 15 ottobre e un sistema di monitoraggio graduato per assicurare la correzione rapida e durevole del deficit eccessivo con meccanismi di controllo e allarme a fronte di rischi.

Olli Rehn ritratta sulla dilazione dei tempi per il pareggio di bilancio

 Il patto di stabilità non cambia. Questa la dichiarazione di Olli Rehn a proposito di quanto detto ieri sulla possibilità di una dilazione dei pareggi di bilancio per i paesi in difficoltà. Quello che sembrava un ammorbidimento delle posizioni del Commissario Ue agli affari economici è durato il tempo di una notte. Solo un malinteso: i vincoli di bilancio per i Paesi in crisi rimangono quelli decisi dal patto di stabilità.

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Il problema, secondo il portavoce del commissario Simon O’Connor, è stata nell’interpretazione che hanno dato i ministri delle finanze a cui era indirizzata la lettera di ieri di Rehn. Nessun cambiamento di rotta, solo la reiterazione di posizioni consuete.

Quindi Rehn non ha detto che in una situazione di peggioramento delle condizioni economiche di un paese, questo ha la possibilità di ottenere un rinvio dei tempi per conseguire i suoi obiettivi di risanamento dei conti, ma che la dilazione dei tempi di risanamento è possibile solo se la crescita si deteriora in maniera imprevista e a patto che abbia effettuato gli sforzi di risanamento richiesti.

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Gli occhi di tutti si sono rivolti verso Parigi. E’ la Francia, infatti, che potrebbe, a breve, rivedere in peggio anche gli obiettivi di crescita previsti per l’anno in corso e non raggiungere, quindi, i limiti fissati dall’Unione Europea. L’obiettivo della Francia per il 2013 è di ridurre il deficit al 3%, impossibile da attuare vista la situazione dell’economia del paese, ma il premier Jean-Marc Ayrault ha assicurato che il pareggio sarà raggiunto solo alla fine del quinquennio di presidenza di Hollande.

 

Bilancio UE: un’altra scommessa

 A guardare quel che sta succedendo in Europa, molti investitori si sfregano le mani: tutto fa pensare che siamo in una fase d’attesa e vale la pena provare a trarre giovamento anche dalla stasi. La settimana scorsa, per esempio, si sarebbe dovuto decidere qualcosa sul salvataggio di Cipro.

Le ultime indiscrezioni raccontano che UE, BCE e FMI hanno pronto in tasca un accordo da 16-17 miliardi di euro per il salvataggio del governo dell’Isola e il portavoce cipriota Stefanos Stefanou conferma che presto saranno indicati anche gli strumenti che intende usare per risanare il settore bancario e quello produttivo di Cipro.

Intanto fallisce anche l’accordo sul bilancio, ennesimo terreno d’investimento per chi fa trading con le opzioni binarie. Sarà raggiunta l’intesa o sarà tutto rimandato? Nella conoscenza di questa risposta e di altri interrogativi simili, risiede la possibilità di guadagno.

Il bilancio di previsione 2014-2020, probabilmente, non sarà approvato prima dell’anno prossimo. Sembra che stavolta, a premere in direzione opposta a quella del raggiungimento dell’accordo, ci siano stati il Regno Unito, i paesi del Nord Europa e tutte le nazioni che hanno palesato di aspettarsi un impegno finanziario maggiore da Italia, Francia e dall’UE in generale.

I mille miliardi di bilancio per i prossimi sette anni proposti da Van Rompuy hanno trovato il veto del Regno Unito ma nella prossima riunione questa cifra potrebbe essere ulteriormente tagliata.

Bilancio dello Stato

 Tra i documenti più importanti per ogni stato c’è il bilancio, ossia il documento in cui i contabili delle amministrazioni pubbliche registrano e conteggiano ciò che si prevede che incasserà lo stato (in termini di entrate fiscali) e ciò che prevede di spendere (spese per la pubblica amministrazione).

Il bilancio dello Stato è il riflesso delle scelte che il paese fa in termini di politica economica, in cui rientrano, quindi, anche le scelte della finanza pubblica sulle questioni prioritarie e sulle esigenze della collettività.

Come nel caso del bilancio d’esercizio, il bilancio dello stato mette in luce la differenza tra le entrate e le uscite e si possono ottenere tre diversi risultati:

pareggio di bilancio
avanzo primario (saldo positivo tra entrate e uscite)
deficit pubblico (saldo negativo tra entrate e uscite)

Le funzioni principali del bilancio dello stato sono:

Funzione contabile: conoscenza della situazione contabile e della regolamentazione delle attività future.

Funzione di garanzia: i cittadini sono più tutelati se lo stato deve confrontarsi con delle cifre precise e pubbliche.

Funzione politica: serve per capire quali priorità decide di affrontare il governo in carica.

Funzione giuridica: il bilancio deve essere approvato da un’apposita commissione. Senza l’approvazione non si può intraprendere nessuna attività.

Funzione economica: in questo senso il bilancio diventa uno strumento di programmazione dell’attività finanziaria dello stato.