Disoccupazione giovanile altissima in Italia, Grecia e Spagna

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 Sono circa il 40% i ragazzi italiani tra i 15 e i 24 anni privi di lavoro. Un dato a dir poco preoccupante. Siamo in ‘buona compagnia’ dal momento che anche in Grecia e Spagna la situazione รจ simile.

I tre Paesi citati sono in cima alla classifica della disoccupazione giovanile fra 18 i Paesi dell’Eurozona. Lo scrive la Bce, rilevando che Atene e Madrid vestono la maglia nera. Il livello si attesta “su valori compresi fra il 50 e il 60%. Ma il nostro Paese non fa molto meglio con indici “prossimi al 40%”. Stesso discorso per Portogallo e Cipro.

La disoccupazione giovanile, dunque, spaventa. E la panoramica dell’Italia suscita molta preoccupazione. Specie perchรจ รจ il Paese dell’Eurozona con il maggior numero di giovani ‘Neet’, persone di etร  compresa tra i 15 e i 24 anni che non sono nรฉ occupate, nรฉ impegnate in attivitร  di studio o formazione.

Dal 2007 al 2012 i ‘Neet Italiani sono passati da circa il 16% a oltre il 21% del totale, un incremento percentuale inferiore solo a quelli di Grecia e Irlanda (che segnano comunque dati assoluti piรน bassi, con la sola Grecia che supera di poco il 20%).

Il dato italiano รจ connesso soprattutto al forte incremento dei giovani inattivi. In Spagna e Portogallo, invece, l’aumento dei ‘Neet’ รจ legato principalmente alla disoccupazione, laddove gli inattivi sono addirittura calati, grazie all’aumento dei giovani impegnati in attivita’ di studio e formazione.

L’Eurotower “si attende un lento recupero del prodotto nell’area euro” e i rischi per le prospettive di crescita “continuano a essere orientati al ribasso”. Pesano le incertezze dei mercati mondiali, in particolare i Paesi emergenti, ma anche domanda interna e un export che potrebbero deludere le attese.

Certo รจ che รจ presto per dire che il Paese รจ uscito dalla Crisi.

Per quanto concerne la dinamica dei prezzi, la Bce si aspetta che l’inflazione dell’Eurozona nei prossimi mesi “resti sui livelli attuali”. I rischi sono “bilanciati” e la frenata a 0,7% a gennaio, spiega, รจ dovuta principalmente “alla componente energetica”. I tassi, promette la Bce, resteranno sui livelli attuali o inferiori a lungo.