Bce, si vuole trovare un compromesso coi membri più conservatori

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 Grande attesa per il meeting di giovedì del Consiglio Direttivo della BCE. I membri del Governing Council valuteranno attentamente i dati sull’inflazione di Eurolandia pubblicati ultimamente prima di promuovere misure espansive. Eurostat ha reso noto che l’indice dei prezzi al consumo (stima preliminare) si è attestato nel mese di marzo al +0,5% dal +0,7% di febbraio (aspettative fissate per un +0,6%). L’indice core (esclusi energetici e alimentari) ha mostrato un aumento dello 0,8% (+1% a febbraio). I mercati non sembrano aver preso una direzione precisa dopo il dato, facendo capire che vi è molta incertezza tra gli addetti ai lavori sulle scelte della BCE.

Come potrebbe agire la Bce per contrastare l’inflazione

Dal desk di Ig spiegano che la loro view è che Draghi cercherà in ogni modo di trovare un compromesso coi membri più conservatori della BCE (Weidmann governatore della Bundesbank e Nowotny governatore della banca centrale austriaca), dimostrando come le pressioni deflazionistiche possano perdurare per molto tempo e non essere solamente transitorie. I rischi di deflazione sono, infatti, aumentati soprattutto nei paesi dell’Europa periferica.

La Bce tra euro e disoccupazione

Crediamo siano elevate (40%) le probabilità di lanciare nuove misure non convenzionali a sostegno della liquidità. Pensiamo che una soluzione molto probabile sia un piano di quantitative easing alla europea (modificato rispetto al QE della FED) ovvero con una scelta mirata dei titoli governativi da acquistare. Altra soluzione concreta potrebbe essere una nuova LTRO (anche in questo caso modificata richiedendo alle banche di immettere la liquidità in eccesso sul mercato del credito attraverso prestiti a imprese/famiglie). Riteniamo invece che difficilmente i tassi sui depositi saranno portati in territorio negativo o sarà terminata la sterilizzazione del programma SMP (poco efficiente anche secondo Draghi). Lo scenario più probabile resta comunque quello di un nulla di fatto (50%) ma con Draghi molto dovish nella conferenza stampa successiva alla decisione sui tassi.

 

 

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